Gli americani si sa fanno le cose in grande, il problema e che queste megalomanie hanno contagiato anche il mondo dell’arte che rischia di diventare un grande reality svuotato di ogni sorta di contenuto se non l’estrema voglia di spettacolarizzazione e vetrinizzazione sociale.
Stiamo parlando dell’ormai arcinoto ArtPrize, una competizione artistica creata dal ricco e giovane ereditiero Rick DeVos radicalmente aperta a chiunque con il montepremi più alto della storia. Al vincitore del contest andranno infatti la bellezza di 250.000 dollari mentre il secondo classificato riceverà la cifra di tutto riguardo di 100.000 dollari. Altri premi in denaro sono disponibili per il terzo classificato a cui andranno 50.000 dollari mentre dal quarto al decimo posto la posta in palio è di 7.000 dollari.
Il vero guaio in tutto ciò è rappresentato dal fatto che Artprize è una competizione in stile American Idol, famoso show americano alla stregua del nostrano e sconclusionato Amici condotto da Maria De Filippi. Gli artisti partecipanti iscrivono la loro opera online pagando 50 dollari e successivamente la spediscono ad una delle sedi espositive situate a Grand Rapids nel Michigan.
Il resto è in mano ai visitatori del grande evento che dal18 settembre 2013 potranno osservare e votare le opere. Insomma il voto del pubblico come il famigerato televoto, decide su tutto. In questa nostra confusa relazione con l’arte contemporanea ed in questi tempi dove anche nel nostro paese chiunque può inventarsi critico o curatore d’arte senza il benché minimo titolo o esperienza per farlo, ci stiamo forse convincendo che la gente comune possa essere chiamata a giudicare un’opera al posto di un professionista del settore.
Ci chiediamo quindi di questo passo dove andremo a finire, forse il pubblico in un futuro non lontano potrà votare i migliori chirurghi, i più bravi ingegneri ed architetti. Il vincitore di tale concorso che somiglia tanto alla disperata lotta al milione del signor Bonaventura, magari farà la fine di un qualunque tronista granfratellino-gongolante avrà cioè i suoi quindici minuti di fama per sparire per sempre nell’anonimato.