Si è inaugurata ieri al Castello di Rivoli la mostra personale di Thomas Ruff (1958, vive a lavora a Düsseldorf).
L’esposizione, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev presenta al pubblico oltre 80 opere fotografiche che indagano con oggettività e riflessione la fotografia, l’uso che ne viene fatto nella società e l’universo della cultura visiva contemporanea.
Thomas Ruff nella mostra presenta lavori che partono dagli anni ’80 fino ai cicli più recenti, indagando in particolare il rapporto dell’artista con la produzione visiva dell’era digitale, le forme di manipolazione dell’immagine e la costituzione della soggettività in questa epoca.
La problematica della manipolazione è infatti presente già nella serie del 1995 Retuschen (Ritoccate) opere basate su fotografie trovate e dipinte a mano e l’ultima serie di opere intitolate zycles (cicli). Queste astrazioni stampate a getto d’inchiostro su tela sono basate sulla rappresentazione dello spazio e la costruzione di volumi usando semplici programmi di 3-D modeling, suggerendo che la pittura e la fotografia non sono più due mezzi distinti.
Come scrive la curatrice della mostra “Una delle caratteristiche più evidenti nell’arte di Ruff è l’uso della classificazione, o meglio il fatto di lavorare in serie e di compilare e ordinare serie. Tuttavia Ruff non tenta di esaurire tutti gli esempi di ogni categoria, né perviene a conclusioni. Si tratta piuttosto di un insieme di campioni inutili, senza scopo. Ogni classificazione crea una forma di ordine e un’organizzazione formale. Nelle opere di Ruff rimane solo questa organizzazione formale. Il suo sguardo è senza qualità, senza ideologia, senza azione e si dirama in tutte le direzioni. La sua arte non include tutto, ma riguarda tutto e riguarda la nostra necessità di avere tutto”.
Thomas Ruff è tra i primi artisti ad usare la fotografia come mezzo artistico pienamente riconosciuto nell’arte contemporanea. Partecipa a Documenta Kassel nel 1992 e rappresenta la Germania alla Biennale di Venezia nel 1995.