Opening sovraffollato ieri sera allo Studio Stefania Miscetti in occasione della terza edizione della rassegna video SHE DEVIL che quest’anno accoglie un numero maggiore di curatrici ed artiste invitate, dalle più giovani alle più affermate, proponendosi così come una vera e propria piattaforma aperta a nuove e differenti esperienze video tutte al femminile. L’evento si conferma come una delle proposte più interessanti della stagione poiché raccoglie una selezione di opere nazionali ed internazionali che servono fare il punto della situazione sulla scena della video arte.
Successo di pubblico che ha riempito la grande sala di proiezione fino a renderne quasi impossibile l’accesso e ricca abbuffata di opere in più di un’ora di immagini tra ironia, introspezione e visionarietà sempre focalizzate sull’identità femminile.
Tra i video che più hanno colpito il nostro immaginario segnaliamo Croisée f crossing dell’artista franco-algerina Zoulikha Bouabdellah, una riflessione sul rapporto tra la religione ed il corpo femminile nell’ unico, liquido gesto di una donna coperta da un velo che estrae un rosario dalla bocca. Degno di nota anche il lavoro di Sabrina Muzi Tortures 1, 2, 3 una trilogia che svolge un’indagine sull’impossibilità e l’impedimento, rappresentando una figura femminile totalmente sopraffatta da una figura maschile che ne ostacola le azioni più elementari. Molto interessante inoltre il lavoro di Lilibeth Cuenca che con The Artist’s song gioca con ironia sui luoghi comuni e sui protagonisti del mondo dell’arte contemporanea in una sorta di videoclip musicale girato tra i capolavori della Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen. Bellissimo anche il lavoro di Alice Anderson The doll’s day un catalogo misterioso di immagini che navigano nella memoria ed indagano sul rapporto materno in bilico tra fiaba ed incubo allucinatorio, interessante l’impianto filmico che rimanda a maestri del cinema come David Lynch e David Cronenberg
Accanto alla rassegna video, Chiara Vigliotti presenta shouting in the dark di Lina Pallotta, sette opere fotografiche da una serie sui poeti dell’underground americano, il cui luogo di incontro è stato dal 1992 ad oggi il Nuyorican poets cafè di New York.
Photo copyright di Alice Anderson