Il 19 marzo si è inaugurata a Roma alla Galleria Valentina Bonomo la mostra di Julian Opie. Per l’evento l’artista londinese ha esposto il nuovo ciclo di ritratti ispirati al lavoro del pittore olandese Sir Peter Lely (1618-1680) che emigrato in Inghilterra, diventò uno dei maggiori ritrattisti del XVII secolo. Le opere che rispettano gli stilemi della pittura Barocca sono però realizzati secondo lo stile tipico di Julian Opie, basato sulla riduzione all’essenziale dei lineamenti e sono realizzati con diversi media.
Attraverso un processo di minimizzazione del segno, Julian Opie arriva all’essenza digitale della forma. Nei suoi ritratti gli occhi diventano dei puntini, le teste dei cerchi, i corpi sono resi attraverso linee sinuose in cui si riconosce la postura caratteristica della modella. Si tratta di opere che seppure stilizzate non perdono in espressività e la cui freschezza e’ esaltata anche dall’estrema immediatezza con cui si offrono allo spettatore.Definite icone moderne di una realtà generica e generalizzata, le opere di Opie pongono alla ribalta problemi legati alla psicologia della percezione e alla pratica della conoscenza approfondendo l’ambiguo rapporto tra la realtà e il suo feticcio. Reso con la tecnologia digitale, il mondo di Opie e’ in effetti una meditazione sul gioco complesso fra la natura e l’artificio, il segno e la realtà osservata e sperimentata.
Julian Opie è nato a londra nel 1958 ed ha passato la sua infanzia ad Oxford. Si è laureato al Goldsmiths College e successivamente ha conosciuto una fama repentina ed inaspettata. L’artista è stato conosciuto dal grande pubblico grazie alla copertina di una raccolta di successi della famosa rock band Blur, la cover raffigurava i quattro membri della band in perfetto stile Opie. Julian Opie è rappresentato a Londra dalle prestigiose gallerie Lisson e Alan Cristea
Photo copyright by Julian Opie e Galleria Valentina Bonomo