Polemiche e censure al PAN di Napoli per l’opera di Sebastiano Deva nell’ambito del progetto curatoriale Emergency Room, ideato dal franco-canadese Thierry Geoffroy. Deva aveva presentato l’opera Sacred Love raffigurante il Cristo crocifisso rivestito da un preservativo. Ovviamente le ire del mondo istituzionale non hanno tardato ad arrivare, il sindaco Rosa Russo Iervolino ha subito fatto rimuovere l’opera incriminata affermando che:
“Quando manca l’ispirazione artistica, si tenta di far parlare di sé anche con operazioni artistiche di pessimo gusto e che non rispettano (come si dovrebbe) il sentimento religioso dei cittadini. Naturalmente, quando chiedo il rispetto del sacro, mi riferisco a tutte le religioni e non intendo comprimere la libertà dell’arte”
L’assessore Nicola Oddati si è quindi precipitato al Pan per agire in prima persone sull’oscuramento dell’opera. Non è certo la prima volta che le istituzioni intervengo per censurare un’opera accusata di blasfemia, basti pensare al vespaio di polemiche suscitate dalla rana crocifissa di Martin Kippenberger esposta l’estate scorsa al Museion, il museo d’arte moderna della città di Bolzano. Per non andare troppo indietro nel tempo anche quest’inverno in occasione di Artefiera a Bologna, l’installazione di Federico Solmi esposta allo stand della galleria napoletana Not Gallery è stata sequestra dalla procura locale.
Quindi a poco tempo di distanza la storia si ripete, fermo restando che Sebastiano Deva non è Martin Kippenberger. C’è da dire che, seppur l’arte deve essere sempre l’espressione libera della creatività umana, il continuo accostamento di iconografie cristiane a tematiche sociali come il sesso o la politica tirate in ballo per il solo scopo di far della facile pubblicità personale ha forse perso spontaneità e potere di denuncia.
Nel corso di Emergency room era in mostra anche un’opera dell’artista Roxy in the box che ha presentato il lavoro POW!-ers, costituito da tre statue raffiguranti la Madonna, Gesù e Padre Pio. Tre icone religiose modificate con un intervento pittorico e trasformate rispettivamente in Batman, Superman e gli Incredibili. Tale opera che non è stata al centro delle polemiche e nel complesso ha un intento tutt’altro che provocatorio è stata comunque a torto menzionata negli stessi articoli apparsi su numerosi quotidiani nazionali riguardanti la censura subita da Sebastiano Deva, suscitando alcune critiche.
Roxy in the box intervistata da Globartmag risponde così a tutti coloro che hanno strumentalizzato il suo lavoro:
“L’opera è nata da un intento tutt’altro che blasfemo: piuttosto vuole esortare ad un recupero della spiritualità, in senso lato, quale fonte di energia positiva insita non solo nel mondo ultraterreno, ma anche nelle creature terrestri.
Allo stesso tempo il lavoro invita a riflettere sul potere dei media, un potere spesso alienante, e disumanizzante, in contrasto con la fede e la spiritualità dell’individuo.
Un monito purtroppo rivelatosi profetico, in quanto POW!-ers, dopo 7 giorni di esposizione serena si ritrova travolto dal polverone che ha visto ancora una volta la strumentalizzazione di opere d’arte per fare notizia. Spiace che non sia stata compresa la mia visione che, come sanno coloro che conoscono il mio percorso e il mio linguaggio, si sviluppa all’insegna dell’innocenza e del rispetto per qualsiasi forma di libertà sia espressiva che religiosa“.
Photo copyright: POW!-ers di Roxy in the box