La galleria Alfonso Artiaco di Napoli ha inaugurato ieri la mostra personale di Giulio Paolini Questo e/o quel quadro. L’artista torna ad esporre nella galleria napoletana per la seconda volta dopo la sua prima personale datata 2005. In questa occasione Giulio Paolini propone opere realizzate specificatamente per gli spazi di Piazza dei Martiri, quattro studi su carta introducono la mostra che prosegue nella sala principale con Terra di nessuno, un tavolo da lavoro trasparente posto al centro dello spazio e invaso da fogli da disegno. L’opera consta di trentadue elementi quadrati, trattenuti da una matita, che si disperdono tutti intorno e vengono ripresi in Questo e/o quel quadro, grande opera murale che dà il titolo alla mostra.
Sulle due pareti contrapposte si fronteggiano le due parti complementari e speculari di uno stesso lavoro, ciascuna delle due è costituita da sedici riquadri disegnati a matita su parete e corrisponde alla somma dei trentadue fogli disposti sul tavolo da disegno.
Giulio Paolini invita, così, ad una riflessione sul mistero del “prima”, su come cioè il gusto venga formandosi “non dalla somma delle esperienze” ma dalla ricerca della “vera incognita che ci porta a dimenticare il che cosa per insistere a trovare una risposta sul come e il perché. […]”
Nato a Genova nel 1940, Giulio Paolini risiede a Torino e a Parigi. Tra i più interessanti protagonisti italiani dell’arte concettuale Paolini pone al centro della sua arte la riflessione sugli elementi tradizionali e “aulici” del fare creativo, sulle forme e sugli stilemi consolidati della pittura e della scultura, segnati profondamente dal patrimonio del passato classico. Il tema dell’influenza (e del peso) della grande arte antica ricorre anche nella sua produzione più recente, che denuncia il difficile compito dell’artista contemporaneo, costretto a un funambolico equilibrismo tra citazione, ripresa ironica, esplorazione delle potenzialità comunicative del doppio e della copia.
Photo copiright Giulio Paolini