Dal 30 maggio 2009 la collezione Peggy Guggenheim di Venezia presenterà al pubblico una ghiottissima mostra con ben 40 sculture di Robert Rauschenberg (Port Arthur, 22 ottobre 1925 – Captiva Island, 12 maggio 2008) artista statunitense, che fu vicino alla pop art senza però mai aderirvi realmente, innescando invece un’ inedita corrispondenza con l’espressionismo astratto che gli valse nel 1964 il leone d’oro alla Biennale di Venezia.
Nel corso della mostra si potranno ammirare le opere scultoree della serie Gluts che in inglese significa saturazione, eccesso. L’artista lavorò a tali opere ad intermittenza fra il 1986 ed il 1995. Dopo le fusioni di dipinti bidimensionali e sculture degli anni ’50 Rauschenberg indagò a partire dagli anni ’80 sulle strutture metalliche. L’artista osservò gli effetti della devastazione economica causata dalla grave crisi petrolifera texana ed iniziò a raccogliere insegne di distributori di benzina e relitti industriali trasformandoli in altorilievi e sculture che ricordano i suoi primi Combines.
Presentare oggetti d’uso quotidiano o rottami come opere d’arte o come elementi di una composizione non era una novità assoluta, lo avevano già fatto i dadaisti fin dal primo dopoguerra. Rauschenberg, senza più alcun intento dissacrante o polemico, voleva semplicemente constatare la realtà d’ogni giorno, quella degli oggetti prodotti in serie.
A proposito dei suoi Gluts, Rauschenberg disse: ”E’ il momento dell’eccesso, l’avidita’ e’ rampante. Tento solo di mostrarlo, cercando di svegliare la gente. Voglio semplicemente rappresentare le persone con le loro rovine. Penso ai Gluts come a souvenir privi di nostalgia. Cio’ che devono realmente fare e’ offrire alle persone l’esperienza di guardare alle cose in relazione alle loro molteplici possibilita”’.
A un anno dalla scomparsa dell’artista la Collezione Peggy Guggenheim rende omaggio a una delle piu’ grandi forze creative dell’arte americana dagli anni ’50.
Photo copyright Robert Rauschenberg Mercury Zero Summer Glut