Gli artisti newyorkesi avranno un ruolo fondamentale alla prossima Biennale di Venezia, ” Ci saranno tantissimi artisti americani in questa edizione e la maggior parte di loro vive e lavora a New York” questo il commento di Daniel Birnbaum direttore e curatore della grande manifestazione.
Come è noto la biennale ha un grande impatto sul mercato dell’arte e sulla carriera degli artisti che vi partecipano e non è un segreto il fatto che molti affari iniziano alla biennale per poi concludersi alla fiera di Art Basel che apre puntualmente la stessa settimana della manifestazione veneziana. Tuttavia Paolo Baratta, presidente della Biennale, ci tiene a precisare che il lavoro di Birnbaum non ha niente a che vedere con il mercato e le quotazioni dell’arte contemporanea, viene quindi da pensare che implicitamente Baratta ci vuole comunicare che gli artisti presenti alla kermesse sono stati tutti convocati in nome della sperimentazione artistica e non secondo oscuri meccanismi e scelte pilotate dal sistema.
Birnbaum ha inoltre colto l’occasione per ribadire che la situazione economica non ha avuto un grosso impatto sulla biennale a parte il fatto che gli artisti ultimamente si stanno orientando su opere che sono molto difficoltose da impacchettare, spedire e soprattutto vendere o comprare, mentre Baratta ha affermato che la crisi finanziaria ha spostato le scelte organizzative della biennale su voli notturni ed un stella in meno nella scelta degli hotel.
Mercato o non mercato parliamo della presenza dei newyorkers, tra la lista dei convocati svettano Paul Chan universalmente riconosciuto per l’opera 7 lights mostra multimediale al New Museum, il filmaker Tony Conrad, Yoko Ono che presenterà una performance che includerà anche la poesia e riceverà il leone d’oro alla carriera e il duo artistico Guyton\Walker. Altri artisti newyorkesi presenti alla biennale sono Joan Jonas, Rachel Harrison, Spencer Finch, Rirkrit Tiravanija e Jorge Ortero-Pailos.
Photo Copyright: Yoko Ono