Il buon Damien Hirst è sempre in cerca di una notizia che tenga alta la sua figura di star dell’arte contemporanea più chiacchierata del mondo. Si può apprezzare o disprezzare ma il suo talento nel catturare l’attenzione dei media è un vero e proprio dono artistico difficile da imitare. Questa volta Mr. Hirst ha compiuto una delle sue famigerate dissezioni anatomiche sul volto della bellissima e famosissima top model inglese Kate Moss, già musa ispiratrice di una serie di opere di Marc Quinn.
L’opera di Hirst che è una manipolazione di una foto apparsa su W Magazine di marzo, apparirà sul secondo numero della rivista biennale Tar (Tar tradotto dall’inglese significa catrame ma è anche l’anagramma di art-n.d.r.), magazine di arte, moda e tendenze che si distingue per il suo appeal elitario ed i suoi contenuti estremamente curati. Il secondo numero di Tar, la cui uscita è prevista per la fine di questa settimana in tutti gli Stati Uniti, dovrà bissare il successo della precedente edizione che ha registrato una vendita di circa 46.000 al prezzo di copertina di circa 15 euro.
Certamente l’immagine di Kate Moss con il viso per metà dilaniato e con i tessuti muscolari esposti non è il genere di foto che generalmente compare sui fashion magazines o sulle riviste d’arte. Certo se si pensa al fatto che le riviste patinate per vender più copie mostrano in copertina foto di modelle pesantemente ritoccate tanto da sembrar bambole, la ricerca di Damien Hirst non è molto lontana dal concetto di distorsione della realtà elaborato dagli odierni media.
L’editore di Tar magazine, Evanly Schindler, ha così commentato la scelta estetica di Hirst: “Penso che quella di Hirst sia un’opera artistica geniale. La copertina in un certo senso si riallaccia al nostro subconscio, mettendo in discussione il mito della bellezza”.