Federico Solmi può tirare un sospiro di sollievo, ieri mattina è trapelata la notizia che i giudici del Tribunale del Riesame di Bologna hanno ordinato due settimane fa il dissequestro dell’opera che era stata esposta ad Arte Fiera, la kermesse internazionale di arte contemporanea che si è svolta a Bologna dal 23 al 26 gennaio.
I giudici nel liberare l’artista dalle accuse di ipotesi di reato ed offesa a una confessione religiosa mediante vilipendio, avrebbero dichiarato che “Pur essendo un’opera senza dubbio provocatoria, vista l’associazione di simboli sessuali e simboli religiosi, il crocifisso di Federico Solmi è solo ed esclusivamente un’opera d’arte e per quanto eccentrica possa essere considerata, non sono stati compiuti interventi di natura denigratoria su un oggetto di culto, quale appunto un crocifisso, bensì è stata realizzata un’immagine che rappresenta un’imitazione del simbolo religioso che quindi non avrebbe mai potuto essere venerato”.
Ricordiamo per quanti non fossero al corrente della pantomimica vicenda che l’opera incriminata ad Arte Fiera era esposto nello stand della galleria napoletana Not Gallery e valutato 5 mila euro. In sostanza il lavoro è un autoritratto dell’artista crocifisso completamente nudo eccezion fatta per un cappello cardinalizio e con organo sessuale eretto. Per i giudici quindi l’opera di Solmi non è un vero e proprio crocifisso ma un artefatto di arte contemporanea e per questo non può arrecar danno a nessuna fede religiosa.
Come era dedotto dalla difesa, gli avvocati Eleonora Cliberti e Vittorio Manes, «l’opera va contestualizzata nell’ambito di una più ampia produzione artistica dell’autore e al momento del sequestro era esposto in una fiera di fama internazionale». Il crocifisso è stato restituito all’autore, Federico Solmi, artista bolognese che da dieci anni vive a New York.
Photo Copyright: Federico Solmi