Il corpo agisce partendo dalla compattezza del luogo. Senza esagerare. Questo è quanto si legge sul criptico volantino della performance Condotto ©hold tenutasi il 26 aprile 2009 al Condotto C, sotto la cura di Chiara Girolomini. Il nuovo spazio romano sfugge ad ogni possibile catalogazione, evitando il vincolo della programmazione fissa nel segno di progetti altamente sperimentali che per la loro natura libera e fuori dagli schemi convenzionali riescono ad affascinare senza gli obblighi formali delle comuni gallerie d’arte.
Dopo la precedente eterea installazione di Andrea Aquilanti, perfetta per la sua volatile consistenza, il Condotto torna con un progetto di Annika Pannito+Keramik Papier (organizzatori del Bestiario Festival 2008). In un ambiente asettico, sotto luci al neon virate in giallo ed una singola poltrona a fare da arredo, una presenza femminile parte dalla morte, dalla pesantezza del proprio corpo sul suolo per compiere la sua danza di movimenti liberi ed armonici nella loro scomposta nevrosi. Sono gesti che si accostano ad una ritualità sacrale, momenti mistici domestici che evitano il gesto occidentale per ricostituirsi su una libertà ancestrale fondata su riferimenti simbolici e non su canoni stilistici .
Gli atti di questa danza fuori dagli schemi sono scanditi da brevi pause dove la figura femminile, unica presenza in campo, si abbandona sulla poltrona. Ed è proprio da questo semplice complemento di arredo che ad un tratto si materializza una presenza maschile, figura celata dall’ingombro dell’oggetto che si erge dal nulla sfiorando la mano della donna in una posa armonica ma volutamente allungata verso l’infinito mentre dal cielo piovono palline colorate.
Così gli autori assieme al Condotto ci invitano ad una visione intima, al di là di un vetro che soddisfa deliri voyeuristici. Tutto in una performance affascinante e sensuale pur se racchiusa in un gelo totale che spesso avvolge le nostre domestiche incomunicabilità.