Giovedì 7 maggio 2009 la Galleria S.A.L.E.S. di Roma inaugurerà la nuova personale di Stefano Arienti. Contemporaneamente, l’artista presenta la gigantesca installazione Enciclopedia al Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia (8-9 maggio 2009), a cura di Valentina Ciarallo e Pier Paolo Pancotto.
Per questa sua quarta personale alla Galleria S.A.L.E.S., Arienti continua con la sua sperimentazione sui materiali più disparati: vinili, lamiere e stoffe, manipolandoli e modificandoli tramite incisioni e traforature. Arienti crea una specie di officina-trasloco carica di residuale vitalità. L’artista sceglie volutamente delle opere dove il disegno prevale sul colore, con un’incisività che attraversa le materie e gli oggetti: pezzi di automobili rottamate, vecchi dischi, porte di frigoriferi usati e vecchi tappeti.
I disegni si ispirano a stoffe, tende e tovaglie decorate con motivi macramé che vengono trasferiti sugli oggetti tramite una meticolosa traforatura delle lamiere. Nel caso dei dischi è invece l’immagine di copertina a penetrare all’interno, trapassando il vinile. Sui frigoriferi appaiono l’effige d’innafiatoi e ventilatori. Infine nei tappeti tinti di nero, il colore dei motivi annodati scompare quasi del tutto, lasciando una debole traccia di disegno in negativo, come anche nel caso dei fori e delle incisioni che si notano su una pila di pneumatici, ovviamente neri.
Arienti inizia il suo percorso artistico negli anni ottanta, presentando tra le prime opere carte piegate che sfruttano mezzi e procedure molto semplici e ripetitive, rifacendosi a dinamiche quotidiane. L’artista utilizza giornali, fumetti, elenchi telefonici ridando a questi materiali soft una nuova forma e funzione. Nato ad Asola (Mantova) nel 1961, è tra gli artisti italiani della sua generazione più apprezzati in Italia ed all’estero, diversi musei italiani e stranieri gli hanno già dedicato una personale: la Fondazione Querini Stampalia (2008), il MAMbo (2008), Isabella Stewart Garden (2007), la Fondazione Spinola Banna (2007), la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (2005), il MAXXI (2004) e il Castello di Rivoli (2001).
Photo Copyright: Stefano Arienti