Che Fabio Sargentini sia un gallerista dotato grande sensibilità artistica e poetica è un dato di fatto. Che la sua galleria L’attico sia uno spazio dal respiro internazionale che ha fatto la storia scoprendo artisti d’avanguardia e presentando progetti sperimentali dei più grandi maestri dell’arte contemporanea, anche questo è oramai assodato.
La vera notizia signori è che Sargentini ed il suo spazio espositivo non hanno intenzione di perdere queste doti. Leggevamo pochi giorni fa una recensione sulla storia de l’Attico apparsa sul portale Undo che si chiudeva con queste parole: “Dall’inizio degli anni ’80 la galleria perde la sua vena sperimentale, esponendo esclusivamente la nuova pittura commerciale”. Forse chi ha scritto queste parole non ha sicuramente avuto modo di assistere alla mostra Attici unici, personale di Bruno Ceccobelli che l’Attico ha inaugurato lo scorso 8 maggio.
Globartmag c’era e può testimoniare che la mostra in questione è stata senza ombra di dubbio uno degli eventi più interessanti della stagione sia per la delicatezza di un’estetica strettamente connessa al fiabesco ed all’onirico, sia per la spontaneità di una ricerca che ci ha colpito molto più dell’ottuso ermetismo di eventi finto-minimal-sperimentali del momento.
Ceccobelli presenta un’installazione formata da cinque grandi sacchi bianchi appesi al soffitto, ognuno nel suo ambiente stabilito ed ognuno contenente uno dei quattro elementi per poi concludersi con la sintesi di essi e quindi con l’uomo. Ogni sacco reca un foro in cui il fruitore può inserire il capo ed entrare in un mondo caleidoscopico fatto di percezioni: suoni, odori, luci ed oggetti che riportano alla mente paesaggi lontani, luoghi mai visitati prima. I sacchi di Ceccobelli sono vere e proprie cellule private, un momento intimo in cui ci si sente soli ed unici all’interno dell’opera mentre fuori il nostro corpo con l’enorme installazione in testa è anch’esso opera per coloro che lo guardano incuriositi e sospettosi.
Attici unici, gioco di parole, che riassumono piccoli mondi in piccoli e misurati gesti artistici dove si riscopre la grandezza e la semplicità di una poesia visiva.
Photo Copyright: Bruno Ceccobelli