Da alcuni anni è ormai in voga il recupero degli anni ’80. Basta guardarsi un poco attorno per scorgere abiti dalle ampie maniche a pipistrello. La musica dal canto suo si è subito riappropriata di ritmiche pop-avantgarde stile kraftwerk. Anche l’arte figurativa non è stata certo a guardare ed il tormentone del revival ha inondato di colori sgargianti le composizioni dei giovani artisti del momento.
Ca va sans dire che questo recupero degli anni ’80, come già successo in passato per i ’60 ed i ’70, ha fatto registrare un subitaneo picco di consensi cui seguirà molto presto un progressivo (già se ne sentono le avvisaglie) esaurimento. Conscio di ciò l’IMMA, Irish Museum of Modern Art ha aperto le danze al recupero degli anni ’90 con un grande evento che si è concluso il 14 maggio 2009 a Dublino. Il museo ha deciso di esporre sculture ed installazioni dei principali artisti della New British Sculture, movimento che ha visto tra le sue fila nomi del calibro di Barry Flanagan, Shirazeh Houshiary, Anish Kapoor, Eilís O’ Connell e Alison Wilding.
La mostra dal titolo Between Metaphor and Object ha ospitato una parte della collezione Weltkunst, gentilmente ceduta in prestito dall’omonima fondazione dal 1994 al 2010. La collezione annovera artisti del calibro di Avis Newman, Lucia Nogueira, Julian Opie, Jacqueline Poncelet, Rachel Whiteread e Richard Wentworth.
In merito alla mostra la curatrice Christina Kennedy ha dichiarato: ” Between metaphor and object non è soltanto uno studio su di un periodo artistico ma una sorta di microcosmo in cui si può analizzare la potenza figurative e l’immaginario metaforico di ogni artista e di ogni lavoro presentato”. Inoltre l’evento riflette l’importanza dell’arte interattiva che a partire dagli anni ’90 ha dato inizio ad una nuova visione creativa in relazione all’essere umano quale elemento fondamentale dell’opera e non solo semplice spettatore.
Photo Copyright: Ellis o’Connell