La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta dal 28 maggio la retrospettiva dell’artista britannico Glenn Brown, organizzata in collaborazione con la TATE Liverpool e a cura di Francesco Bonami e Laurence Sillars.
Glenn Brown è uno degli artisti più apprezzati della sua generazione e questa mostra è la più ampia rassegna finora dedicata al suo lavoro. Nel corso della sua carriera Brown ha preso ispirazione da fonti molto diverse tra loro, mettendo sullo stesso piano Fragonard e Dalì, il ritratto storico e le immagini fantastiche prodotte dalla fantascienza. Brown lavora sull’immagine di partenza fino a modificarla profondamente, creando così un’opera completamente nuova ma che evoca nello spettatore qualcosa di familiare, di conosciuto.Brown è affascinato dal modo in cui la riproduzione dei dipinti stravolge la qualità degli originali. Dimensioni, colori, consistenza della superficie e pennellate sono gli strumenti attraverso i quali l’artista trasforma immagini celebri in “aliene”. Lavorando sulle immagini stampate nei libri oppure proiettandone le riproduzioni sulla superficie di un dipinto vuoto, Brown abbellisce selvaggiamente la sua fonte iniziale. Il colore naturalistico si fa putrido o kitsch, le figure sono allungate o allargate fino a divenire grottesche e il pesante impasto è reso totalmente piatto tramite una meticolosa rappresentazione.
Come sottolinea il curatore Francesco Bonami, ” Lo spettatore non solo è costretto a guardare il quadro che gli sta di fronte, ma deve anche andare a cercare i quadri-modello nella sua memoria: guardando un’opera di Glenn Brown si ha l’inquietante impressione di essere davanti a qualcuno che si conosce bene, ma che è stato trasformato in qualcun altro o ne ha misteriosamente acquisito le sembianze. Con una sofisticata operazione di chirurgia plastica, Glenn Brown crea una nuova serie di capolavori a partire da quelli che invecchiano. Noi li amiamo e insieme li temiamo”.
Photo Copyright: Glenn Brown