Mercoledì scorso è partita in pompa magna anche Art Basel, tra i tanti eventi proposti e le blasonate gallerie presenti in fiera con il meglio degli artisti (oltre 2.500) del panorama contemporaneo internazionale, qualcuno tenta già di tirare le somme sull’intera kermesse.
Il magnate dell’arte Eli Broad, famoso collezionista di stanza a Los Angeles in California in occasione di una visita alla 40esima edizione della famosa fiera ha rilasciato una profetica dichiarazione sul livellamento del mercato dell’arte: “I prezzi stanno diventando più razionali, negli ultimi dieci anni sono lievitati del 500 per cento ed ora sono scesi della metà. Finalmente qualcosa di buono si sta muovendo per l’intero mercato” ha affermato Broad aggiungendo che a Basilea si sta registrando un notevole aumento della qualità.
Questo sembra essere divenuto il ritornello del momento, dopo “I cinesi non vendono più”, “La pittura è morta” ed “il Padiglione italiano alla Biennale di Venezia era orrendo” anche la famosa canzone “Con la crisi aumenta la qualità dell’offerta artistica” sembra aver preso possesso delle menti degli addetti al settore di tutto il mondo.
C’è da chiedersi cosa si intenda realmente per qualità, se questo è l’anno della qualità artistica allora è lecito pensare che in passato le proposte erano scadenti, oppure gli artisti creavano tanto per occupar il tempo e guadagnar qualche soldo. Comunque a Basilea le cose sembrano andare per il verso giusto, la galleria Deitch Projects avrebbe venduto due opere di Shephard Fairey a 25.000 dollari cadauna, Richard Feigen ha invece venduto ad inizio fiera dieci opere di Ray Johnson con prezzi tra i 16.000 ed i 36.000 dollari. La galleria Lehmann Maupin è riuscita a cedere alcune opere della giovane Mickalene Thomas per un totale di 55.000 dollari. Anche il noto attore Brad Pitt ha visitato la fiera acquistando un dipinto di Neo Rauch esposto alla David Zwirner Gallery, il prezzo di listino si aggirerebbe attorno ai 960.000 dollari. Poi dicono che i prezzi sono scesi…
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