Il MoMa, Museum of Modern Art di New York cala per l’ennesima volta il suo asso. La famosa istituzione museale statunitense non paga dell’attuale calendario espositivo tra cui figurano i nomi di Aernout Mik, León Ferrari e Mira Schendel è in procinto di inaugurare il 24 giugno prossimo Measuring The Universe, di Roman Ondák.
L’evento rappresenta il 4° appuntamento dedicato ad una serie di performance che ha già visto tra le sue fila nomi del calibro di Tehching Hsieh, Simone Forti ed Yvonne Rainer. Measuring the Universe (2007) è un’opera di recente acquisizione per il MoMa, si tratta di una performance in cui l’altezza di ogni visitatore è annotata sul muro dello spazio espositivo da un operatore del museo adibito ad annotare il nome del visitatore e la data dell’effettiva misurazione in corrispondenza dell’altezza massima della persona misurata.
Ogni volta che un visitatore accetta di farsi misurare il suo nome viene aggiunto a quelli già presenti sul muro, il meccanismo si ripete continuamente per tutta la durata della mostra formando una sorta di disegno che racchiude tracce fantasma di migliaia di persone. L’organizzatore e co-curatore della mostra Klaus Biesenbach definisce Roman Ondák come “un importante artista emergente che porta avanti la tradizione dell’arte concettuale centro europea. L’artista è famoso per le sue installazioni, per i disegni e le performance che attingono direttamente dalla lunga storia di questo continente. Measuring the Universe combina molte caratteristiche dei precedenti lavori dell’artista, il tema più importante è la partecipazione dello spettatore che abbatte le usuali barriere tra il performer ed il suo pubblico, tra il professionale e l’amatoriale e tra produzione e fruizione”.
In sostanza, come afferma anche il comunicato stampa del MoMa Measuring the Universe trasforma in evento pubblico l’usanza domestica di registrare sugli stipiti delle porte le variazioni d’altezza dei bambini.
Photo Copyright: Roman Ondák, Nadine Dinter