Interessante evento lanciato dalla James Cohan Gallery di New York per il prossimo 18 giugno. La mostra collettiva dal titolo White Noise si ripropone di indagare le connessioni tra opere di arte visiva e musicale di artisti e performer di generazioni differenti.
La musica è stata un’importante influenza nell’arte visiva. Con l’avvento del gruppo artistico Fluxus, nomi come John Cage e Nam June Paik hanno inserito nuove sperimentazioni sonore nell’arte. Influenze addizionali come il Rock ed il Punk hanno contribuito a creare un movimento rivoluzionario che ha letteralmente abbattuto le barriere tra le diverse espressioni artistiche.
A trainare l’evento saranno presenti famose opere come Box with the Sound of Its Own Making (1961) di Robert Morris che consiste in un cubo di legno contenente uno speaker che restituisce il suono proveniente da una cassetta sui cui sono incisi i rumori prodotti dalla costruzione stessa del cubo per un totale di 3 ore e mezzo di registrazione.
Altra opera in mostra è Ja ja ja ja ja nee nee nee nee nee (1969) di Joseph Beuys che consiste in un cumulo di feltro con un audio tape in mezzo da cui proviene la voce dell’artista che canta “si e no” in tedesco. Ovviamente oltre ai suoni ed alle registrazioni saranno presenti anche installazioni, fotografie, dipinti ed opere di video arte come Untitled (2006) di Lucas Ajemian e Jason Ajemian, un filmato che trasforma la canzone dei Black Sabbath, Into the Void in un esperimento musicale con riferimenti all’occulto ed allo spirituale. Ecco alcuni dei grandi nomi proposti dalla mostra:
Laurie Anderson, Joseph Beuys, Nick Cave, Moyra Davey, Tacita Dean, Brendan Fowler, Chris Hanson e Hendrika Sonnenberg, Yoko Ono, Raymond Pettibone, Jack Pierson, Robin Rhode, Jamie Shovlin, Robert Smithson, Meredyth Sparks, Reena Spaulings, Emily Sundblad e Fred Tomaselli.
Photo Copyright: Box with the Sound of Its Own Making, Robert Morris