Grande mostra al DESTE foundation di Atene con 15 artisti provenienti dalla collezione del magnate Dakis Joannou. L’evento dal titolo A Guest+A Host=A Ghost in visione fino al prossimo dicembre è stato organizzato dal curatore del New Museum Massimiliano Gioni in collaborazione con Maurizio Cattelan, Urs Fischer e Cecilia Alemani.
Organizzato come un incredibile labirinto artistico l’evento propone una serie di incontri simbiotici e relazione parassite, le solo presentations sono spesso bruscamente interrotte da brusche presenze ed inusitata contrapposizioni: i disegni di Kara Walker accerchiano una monumentale tomba di Urs Fischer; Le inquietanti figure di Seth Price affrontano un autoritratto di Martin Kippenberger. Ogni lavoro si tramuta così nel riflesso fantasma del suo prossimo rendendo impossibile, come da titolo, distinguere l’ospite dall’ospitante. La lista d’onore degli artisti partecipanti è ricca di grandi nomi come: Pawel Althamer, Maurizio Cattelan, Paul Chan, Urs Fischer, Katharina Fritsch, Martin Kippenberger, Jeff Koons, Paul McCarthy, Kiki Smith, Seth Price, Kara Walker, Franz West, e Andro Wekua.
Ma le sorprese della DESTE foundation non sono finite. La nuova sede presso il mattatoio dell’isola di Hydra sempre in Grecia, ospita infatti dal 16 giugno al 30 settembre un’imperdibile mostra intitolata Blood of Two con installazioni site specific di Matthew Barney ed Elizabeth Payton per la prima volta insieme in una grande doppia personale che non mancherà certo di stupire gli astanti.
Sarà quindi interessante seguire gli sviluppi della DESTE foundation nata nel 1983. Con il nuovo spazio espositivo sull’isola di Hydra la fondazione sembra destinata a proiettare la Grecia nel gradino più altro della scena dell’arte contemporanea. Ricordiamo che la fondazione è anche organizzatrice del DESTE prize, un premio in stile Turner prize che quest’anno mette in palio 10.000 euro per il fortunato vincitore, ecco i nomi dei finalisti: Athanasios Argianas, Eirene Efstathiou, Haris Epaminonda, Rallou Panagiotou, Yorgos Sapountzis e Vangelis Vlahos.