Continua il progetto Whaleless ideato da Giovanni Cervi con il sostegno della Strychnin Gallery e Whale and Dolphin Conservation Society che ha l’intento di promuovere la conservazione delle balene e di tutte le creature marine.
Dal 9 luglio al 31 agosto sarà in mostra ai Musei Civici di Reggio Emilia Ketos 2.0, collettiva che raggruppa giovani artisti di livello internazionale, ognuno con il proprio segno e attraverso il proprio immaginario artistico ha interpretato il rischio di estinzione dei Cetacei. Da “ketos” deriva cetaceo, in greco antico era riferito ai grandi mammiferi e ai mostri marini, 2.0 è la numerazione progressiva classica dei software; l’unione di questi due mondi, classico e moderno vuole essere una spinta alla “convivenza” di mondi apparentemente lontani, come lo sono natura e tecnologia.
Le opere in mostra sono eterogenee per medium e per provenienza geografica: dalla Cina arriva Kokomoo con il suo tratto surreale, dall’Argentina Fernanda Veron, fotografa digitale dall’immaginario potente e onirico, così come Squp e Ansgar Noeth (Germania) si occupano di fotografia, la prima ispirandosi allo studio delle posture delle balene fatto dal coreografo Merce Cunningham, il secondo al mito biblico di Giona e la Balena; La giovane Tamara Ferioli (protagonista del prossimo premio Cairo) reinterpreta il mondo cetaceo con una installazione, così come Arianna Carossa, cresciuta sul Mar Ligure, rappresenta un mondo marino spezzato in modo tridimensionale; Leonardo Betti (videoartist) ha curato la proiezione video mentre Wayne Chisnall (Inghilterra) e Lisa Mei Ling Fong (Usa) hanno rappresentato il loro mondo cetaceo attraverso piccoli assemblaggi.
Gli artisti rimanenti hanno rappresentato ognuno con il loro stile un frammento di fantasia con i grandi cetacei protagonisti; Zaelia Bishop (Italia) e Aurélien Police (Francia) attraverso un immaginario alchemico; Karin Andersen (Germania), Mimi S (Germania), Elena Rapa e Lostfish (Francia) attraverso la simbiosi inscindibile uomo_natura; Giuliano Sale e Madeline Von Foerster (Usa) hanno sintetizzato il bisogno di protezione delle balene e Bethany Marchman (Usa) ha realizzato un ricordo per Gaspar, beluga morto di recente in un acquario americano.