L’arte contemporanea oramai muove le montagne, grossi interessi circolano attorno alla creatività a livello internazionale ed ogni istituzione pubblica o privata, ogni grande gruppo bancario o azienda che si rispetti non si lascia sfuggire l’occasione di investire in arte o lanciare qualche iniziativa a sostegno di essa.
Questo poichè sostenere la cultura permette grossi sgravi fiscali ed un grande ritorno d’immagine e poi l’arte contemporanea piace a tutti, meglio ancora se incomprensibilmente criptica ed ermetica, ammiccante e sorniona quanto basta per solleticare i commenti esegetico-spirituali delle signorine della Milano da bere e della gente che piace alla gente che piace. Del resto non interessarsi all’arte contemporanea in questi anni significa essere fuori moda.
In netta controtendenza con questo artecentrismo un gruppo di buontemponi capitanati da Billy Childish, prolifico pittore e poeta punk che si è autoproclamato eroe del movimento britannico di resistenza artistica, ha inaugurato lo scorso 15 luglio a Londra la primo National art Hate Week, in soldoni la settimana di odio per l’arte.
Childish, ex ragazzo di Tracey Emin ed ex membro del movimento outsider denominato Stuckism, considera istituzioni come la Tate Gallery e la National Gallery delle vuote e burocratiche fabbriche di soldi. L’idea di porsi contro le istituzioni è nata con l’intenzione di dare un calcio necessario a questi dinosauri, invitando il pubblico a prender parte ad una rivolta silenziosa e visitare un qualsiasi luogo d’arte manifestando il proprio dissenso per quello che sono obbligati a vedere. “20 anni fa la gente avrebbe provato sdegno per la pantomima del quarto plinto” afferma Billy Childish riferendosi all’installazione pubblica One and Other di Antony Gormley in Trafalgar Square “oggi invece il pubblico annuisce roboticamente con complicità a qualunque manipolazione di questa elite culturale che rende l’arte contemporanea omogenea ed odiosa”.
Childish ha inoltre creato un folto numero di poster ispirati al costruttivismo con slogan propagandistici contro l’arte ed è pronto a distribuirne a migliaia nelle gallerie pubbliche di Londra e dintorni, Childish invita anche il pubblico a fare lo stesso scaricando gratuitamente i poster dal suo sito. Billy Childish assieme ad un manipolo di silenziosi facinorosi ha protestato contro l’arte sui gradini della Tate Modern lo scorso mercoledì, distribuendo posters ai passanti “la gente deve essere al corrente che l’odio può essere un sentimento buono specialmente quando l’arte in mostra non lo è”, con queste parole è iniziato il National art Hate Week, voi da che parte state?