Agli inizi degli anni ’80 Ron Arad era da poco uscito dalla scuola di architettura quando aprì il suo primo studio a Londra. Ovviamente non era nulla di eccezionale, si trattava di un vecchio magazzino di patate dove il grande designer assemblava letti, tavoli e sedie. Tutti oggetti costituiti da materiale riciclato dalle discariche.Lo stile stravagante di Arad colpì subito l’interesse della gente ma il suo primo grande cliente fu la star della moda Jean Paul Gaultier.
Il famoso stilista comprò un paio delle celebri sedie Rover , disegnate nel 1981 e ricavate dai sedili di una vecchia auto. Inutile dire che da quel giorno lo studio di Arad fu letteralmente assediato da centinaia di nuovi clienti. Di li a poco il celebre brand Vitra commissionò a Ron Arad alcuni pezzi come una sedia divenuti ora storici come Well Tempered Chair (1986) e Sit! (1990) catapultandolo nell’olimpo dei designers. Oggi Ron Arad è una vera celebrità ed il suo stile eclettico ed indisciplinato lo ha portato ad essere ospitato il prossimo 2 agosto dal MoMa di New York che ha organizzato per lui una grande retrospettiva dal titolo Ron Arad: No Discipline. Ma la mostra organizzata dal curatore Paola Antonelli è più di una retrospettiva, l’evento infatti mostra i legami che le grandi opere del passato riescono a creare con il presente, influenzando intere generazioni future di designers. I visitatori dell’evento avranno l’irripetibile opportunità di ammirare una vasta selezione di oggetti che hanno cambiato il vivere quotidiano come la poltrona Big Easy, una buffa seduta in stile cartoon, la lampada PizzaKobra e la storica libreria Bookworm costituita da materiali snodabili e linee essenziali in grado da fargli assumere qualsiasi forma.
In sostanza la mostra ripercorre la carriera trenntennale di Ron Arad e comprende oltre 140 pezzi suddivisi tra oggetti di design e modelli a cui si affiancano circa 60 video posti su piccoli schermi che documentano l’intero processo creativo del grande designer. Tutte le opere sono esposte all’interno di una struttura, in acciaio creata dal medesimo Arad che prende il nome di Cage sans Frontières.
Photo copyright: Ron Arad e Librado Romero/The New York Times