Il 5 settembre alla Whitechapel di Londra si inaugura la mostra di Hannah Rickards, vincitrice del Max Mara Art Prize for Women. Il premio riflette lo stretto rapporto che Max Mara ha sia con il mondo femminile che con quello dell’arte. Il concorso biennale e aperto ad ogni forma di espressione artistica, vuole promuovere e sostenere giovani artiste donne residenti nel Regno Unito, considerato oggi uno degli epicentri della scena internazionale, offrendo loro la possibilità di sviluppare il proprio potenziale creativo attraverso la produzione di una nuova opera d’arte.
La seconda edizione (2007-2009) del Max Mara Art Prize for Women è stata presentata l’8 giugno 2007 presso il British Pavilion, durante la 52.ma Biennale d’Arte di Venezia. La giuria del Premio, presieduta da Iwona Balzwick – direttore della Whitechapel Gallery di Londra – era composta dalla critica d’arte Rachel Withers, dalla gallerista Cornelia Grassi, dall’artista Cornelia Parker e dalla collezionista Judith Greer. Ad ottobre 2007 è stata annunciata la short-list di artiste selezionate dalla giuria, che comprendeva Yasmeen Al Awadi, Melanie Jackson, Georgie Hopton, Lisa Peachey e Hannah Rickards.<Sulla base dei progetti che le artiste selezionate hanno presentato alla giuria, il 29 Gennaio 2008 è stata annunciata, durante una cena di gala all’Ambasciata Italiana di Londra, la vincitrice: Hannah Rickards.
L’artista ha realizzato il suo progetto dopo un periodo di residency in Italia nel 2008, presso l’Accademia Americana di Roma e la Fondazione Pistoletto di Biella. La residency, oltre al finanziamento previsto dal Premio (sostenuto anche dalla National Lottery atttraverso l’Arts Council England), ha permesso a Rickards di dedicarsi alla ricerca e allo sviluppo della sua nuova opera per oltre un anno.
L’opera d’arte sarà presentata presso la rinnovata sede della Whitechapel Gallery e, successivamente, alla Collezione Maramotti, da cui sarà acquisita.
La più giovane tra le cinque artiste selezionate dalla giuria, è un’artista concettuale che lavora con il suono come media privilegiato. Natura e artificio sono fittamente intrecciate nella sua arte. Le sue audio installazioni infatti consistono spesso nella traduzione di un suono presente in natura e nella sua reinterpretazione in linguaggio o musica.
L’opera di Rickards dal titolo No, there was no red – un filmato su due schermi – consiste in racconti orali sull’immagine di una città che appare sul lago Michigan per un raro effetto ottico legato al fenomeno di inversione termica. Le differenze soggettive, le affinità, gli echi e contrappunti di questi racconti compongono la centralità dell’opera, consentendo un’esplorazione sul modo in cui il fenomeno naturale viene percepito e descritto. Parte integrante del lavoro della Rickards è la presenza del testo, a testimonianza dell’influenza dei primi artisti concettuali come Douglas Huebler, Robert Barry e Laurence Weiner.