Notizia alquanto controversa dall’estremo oriente, la dirigenza della Beijing 798 Biennale, manifestazione che sarà aperta fino al prossimo 12 settembre, ha deciso di vietare tutte le opere aventi per soggetto principale il terremoto di Sichuan. L’evento ospitato dalla ex fabbrica elettronica del distretto di Dashanzi, nel centro di Pechino che avrebbe dovuto toccare temi sociali come la morte di bambini nelle scuole è stato letteralmente privato di alcune opere ritenute troppo controverse.
Il direttore artistico della Biennale Zhu Qi ha recentemente rilasciato una dichiarazione in merito all’atto censorio affermando che “Alcune opere sono state estromesse dalla manifestazione perchè ritenute lesive della sensibilità comune.”
Tra le opere escluse figura un performance interpretata da lavoratori immigrati, un documentario sul terremoto ed un’opera video per commemorare la morte di una vittima del disastro di soli 12 anni. Appena resa nota l’esclusione alcuni artisti hanno deciso di ritirarsi dalla manifestazione e di demolire con le proprie mani le opere partecipanti. Yuan Tingxuan, portavoce degli artisti esclusi ha confermato la volontà degli artisti di ritirarsi dalla manifestazione mantenendo le performance in mostra, sfortunatamente ciò non è stato possibile a causa delle pressioni esercitate dalla direzione e dalla polizia che è intervenuta scattando foto agli artisti ed alle opere.
Purtroppo le autorità cinesi hanno già dato prova numerose volte della loro proverbiale macchina censoria, durante le olimpiadi del 2008 infatti il governo cinese ha bloccato siti internet che si occupavano dei diritti umani, di organizzazioni tibetane in esilio e di molti media stranieri. Tra i websites vietati all’epoca figuravano Amnesty International, la Bbc, Deutsche Welle (una radio tedesca), dei giornali Apple Daily (Hong-Kong) e Liberty Times (Taiwan).
Ovviamente questa volta si parla d’arte contemporanea ma la musica sembra non cambiare, se da un lato la Cina mostra di voler aprirsi al mondo organizzando numerose manifestazioni internazionali, questo gesto censorio mostra i limiti di una libertà culturale annunciata ma ancora non interamente concessa.
Photo copyright:Elizabeth Dalziel/AP