Shepard Fairey si prepara a svelare la sua nuova opera commissionata dalla catena di gallerie Country Club in occasione della prossima edizione di Art Basel Miami. La sua nuova fatica consiste in un gigantesco murale formato da una struttura a forma di barricata con diversi interventi pitttorici su tela bianca. L’opera in questione potrebbe segnare una significativa svolta nella produzione di Fairey. Nel frattempo alcune polemiche sono sorte sulla presunte o veritiere radici street dell’artista americano.
Fairey ha iniziato la sua carriera affiggendo posters raffiguranti il campione di wrestling Andre The Giant sui muri di New York e nel giro di pochi anni ha lanciato una linea di abbigliamento con la sua serie Obey, collaborato con l’industria cinematografica, prodotto cover di album come Monkey Business dei Black Eyed Peas e Zeitgeist degli Smashing Pumpkins, fino ad arrivare al celeberrimo poster Hope per la campagna presidenziale di Barack Obama. Anche se Shepard Fairey ha prodotto numerose opere vicine per assonanza al movimento street art è pur vero che oggi egli si concentra quasi esclusivamente su progetti commissionati con l’ausilio di ampie sovvenzioni, cosa che ha fatto storcere il naso a molti street artists, critici ed appassionati. C’è da dire inoltre che Fairey non è mai stato un vero street artist, uno di quelli che scavalca barricate e assalta di notte i vagoni della metropolitana ricoprendoli di spray.
Questi episodi di guerrilla art sono in realtà un atto politico, un gesto di rifiuto verso il sistema, mentre Fairey ha da subito mostrato interesse per il sistema dell’arte, abbracciando l’arte pubblica invece di interessarsi al significato della sua creazione. A riprova di questa maniera politically correct di fare street art, la scorsa settimana Fairey ha ripulito le mura del suo Studio Number One di Los Angeles ed ha coperto l’intera superficie con una copertura anti graffiti che permette la facile rimozione di ogni traccia di vernice spray. Niente male per un vero street artist.