Il 13 settembre la Galleria Continua di San Gimignano inaugura Undercurrent (red), mostra personale di Mona Hatoum. L’identità culturale, il nomadismo geografico, la minaccia della guerra, il senso di precarietà esistenziale e di spaesamento, sono alla base dei lavori dell’artista anglo-palestinese.
In questa mostra Mona Hatoum rivisita alcuni temi diventati emblematici nella sua pratica artistica dell’ultimo decennio e presenta una serie di opere che, partendo da oggetti di uso quotidiano, si trasformano in sculture inconsuete e inquietanti.
Paravent (2008) una grattugia ingrandita fino a dimensioni surreali e architettoniche tanto da diventare un paravento e Dormiente (2008), una grattugia questa volta portata alle dimensioni di un letto che promette disagio e sofferenza, sono collocate sul palcoscenico della galleria. Le opere di Mona Hatoum non si mostrano mai rigide o cristallizzate, piuttosto aperte alla trasformazione come ad esempio Bukhara (maroon), un tradizionale tappeto orientale apparentemente in stato di disgregazione. Ed ancora Undercurrent (red), un’opera del 2008, che l’artista pone al centro della platea e con la quale titola questa personale. Da un quadrato centrale, tessuto di cavi elettrici anziché di fili, un’ampia frangia serpeggia e si allunga sul pavimento ad invadere lo spazio. Ogni filo termina con una lampadina da 15 watt che silenziosamente si illumina e cambia di intensità, come un lento respiro che lascia preludere una malevola presenza sotto i nostri piedi.
Mona Hatoum nasce a Beirut da una famiglia palestinese nel 1952, vive tra Londra e Berlino. Le opere di Mona Hatoum sono state presentate nei più prestigiosi spazi espositivi di Europa, Stati Uniti, Canada e Australia. Con la mostra “The Entire World as a Foreign Land” Mona Hatoum inaugura nel 2000 la Tate Britain di Londra. Nel 2004 la più ampia e completa antologica mai realizzata sull’artista, viene presentata alla Hamburger Kunsthalle. L’artista ha inoltre partecipato ad importanti mostre internazionali: nel 1995 alla Biennale di Venezia e alla 4ª Biennale Istanbul, nel 2002 a Documenta XI, nel 2005 è nuovamente presente alla Biennale di Venezia, nel 2006 prende parte alla 15ª Biennale di Sydney, nel 2007 alla 3ª Triennale di Auckland e all’8ª Biennale di Sharja.