Il 18 settembre il LAP -Lambretto Art Project di Milano inaugura la mostra Spacioux a cura di Michela Arfiero, Paola Gallio e Daniela Lotta. Contenitore dinamico aperto al dialogo con curatori indipendenti che intendono promuovere cultura, LAP ospita infatti progetti interdisciplinari volti alla ricerca artistica più ampia e trasversale: dall’arte contemporanea, alla musica, dal design al teatro, dal cinema, alla danza per inserirsi all’interno del panorama culturale della città.
Spacioux indaga le molteplici influenze nel rapporto tra uomo e spazio attraverso le opere di diciotto artisti di diversa generazione e provenienza, che praticano il concetto di spazio non solo come elemento in cui muoversi ed esistere ma anche come proiezione di tensioni generatrici differenti.
Spacioux è un’invenzione, un’alterazione tra la parola italiana spazio e quella inglese spacious. Spacioux immette il linguaggio nel flusso degli eventi rendendolo precario e soggetto a metamorfosi in stretta sintonia con la capacità delle opere esposte di attivare la partecipazione del fruitore e di trasformare i luoghi in spazi sensibili.
Spacioux compone un’analisi sull’estetica dello spazio tentando, mediante differenti percorsi e linguaggi, di sondare le possibili alterazioni dell’ambiente: dal tangibile all’immateriale, dalla dimensione privata a quella sociale; dal rapporto con l’architettura e la storia del design all’osservazione delle nevrosi della società contemporanea.
Nell’ideazione e costruzione del progetto, fondamentale è stato l’incontro con alcune opere seminali come quella di Gerwald Rockenschaub e Cady Noland, che tracciano prospettive differenti attraverso cui collocare la ricerca di artisti più giovani come Simone Cesarini e Stefano Mandracchia da un lato, e Wynne Greenwood e Fawn Krieger, dall’altro.
In mostra, una selezione di lavori che con modalità differenti raccontano le molteplici possibilità di attraversare, alterare o trasformare lo spazio: Davide Cascio, David Casini, Anna Galtarossa, Ann Veronica Janssens, Gabriel Kuri, Suzan Philipsz, Michael Sailstorfer, Troels Sandegård e progetti sviluppati in situ di Carla Scott Fullerton, Hannah James, Andrea Sala e Luca Trevisani.