Chelsea, New York, per anni questo nome è stato il simbolo di una generazione artistica talentuosa, sperimentale e sregolata. Un luogo dove numerose gallerie d’arte hanno fatto la propria fortuna assieme a quella di artisti e collezionisti di grido. Quartiere malfamato prima, location ideale per studi d’arte poi ed ora scenario ideale per la proliferazione di appartamenti super-sofisticati.
Con il passare degli anni Chelsea ha perso un poco del suo smalto ma rappresenta sempre un buon termometro per l’andamento del sistema newyorchese e di riflesso per quello del resto del mondo. Recentemente 110 gallerie d’arte di Chelsea hanno aperto la loro stagione espositiva con una nutrita varietà di proposte. New York Entertainment ha visitato la maggior parte di esse ed ha stilato un piccolo resoconto dell’avventura, traendo simpatiche ed interessanti conclusioni su quanto visto.
Le opere si sono rimpicciolite, la maggior parte di artisti è passata al piccolo formato, sperando in acquisti lampo da parte dei collezionisti un poco come succede per le gomme da masticare vicino alle casse del supermercato. Tra i nomi che hanno proposto opere “portatili” figurano Kehinde Wiley, Raoul de Keyser e Kara Walker.
Il Sesso vende ancora, o almeno riesce ancora a catturare lo sguardo degli spettatori. Mentre la maggior parte dei visitatori ha dedicato una decina di secondi alla visione di ogni opera, la mostra della pittrice russa Dasha Shishkin alla galleria Zach Feuer ha catalizzato l’attenzione con opere decisamente spinte.
L’arte ama Hollywood e viceversa, la mostra di Dennis Hopper alla Tony Shafrazi Gallery con foto del noto attore ha attirato una grande folla di curiosi e di note celebrità come Matt Dillon, Sean Penn, Julian Schnabel e Christopher Walken. Inoltre non è certo la prima volta che le star di Hollywood diventano protagoniste di opere d’arte come non è certo la prima volta che una star entra nel mondo dell’arte contemporanea, vedi David Lynch e Wim Wenders.
Le sciarpette di lana hanno sostituito gli occhiali da sole. Artisti e visitatori alla moda le indossano a tutti gli eventi ed in tutti i colori abbinate sempre alla magliettaccia bianca i jeans stretti e gli straccali. Immancabili anche le scarpe Converse rigorosamente All Stars. Inoltre le gallerie sono affollate da giovani in netta maggioranza rispetto ai collezionisti attempati, questo non significa certo che i giovani comprino opere d’arte, ma guardare non costa niente.
La recessione non fa bene alla creatività, si sono viste molte, troppe opere con ghirigori floreali neri su fondo bianco ed altre supercolorate come l’arcobaleno, uno standard che ultimamente sembra andar per la maggiore. E siamo d’accordo anche noi viste le opere di New York Minute, visibile in questi giorni al Macro di Roma.