Venerdi’ 2 ottobre verrà inaugurata al Museo di Capodimonte di Napoli la mostra di Candida Hofer. Verranno esposte sedici immagini fotografiche di eccezionale formato che l’artista tedesca ha realizzato a Napoli, nel corso di quest’anno, proprio per questa occasione.
“Il mio lavoro riguarda la trasformazione di spazi in immagini” cosi’ Candida Höfer descrive la sua opera, la sua poetica che l’ha resa famosa come una antropologa delle architetture. L’obiettivo della grande fotografa ha ritratto alcuni tra i piu’ significativi luoghi della cultura e della storia del capoluogo campano, ritraendo i soggetti tipici della sua ricerca: interni di musei, teatri, palazzi, chiese e biblioteche, in un imponente excursus architettonico.Le sale della Biblioteca dei Gerolamini, della Biblioteca Nazionale e dell’Archivio di Stato, il Lazzaretto dell’Ospedale di Santa Maria della Pace, Castel Capuano, la Reggia di Portici, la Sacrestia e la Chiesa della Certosa di San Martino, il Teatro San Carlo e il Teatro Mercadante, il Museo di Capodimonte, la chiesa di San Francesco di Paola: i suoi scatti fotografano gli spazi cosi’ come non li abbiamo mai visti, privi della vita che li anima, come in silenzio, in assenza di presenze umane. È proprio questo silenzio, quasi religioso, metafisico e congelato a regalare ai luoghi un’intensità sacra e inviolabile, capace di raccontare cio’ che solitamente quegli spazi nascondono e celano alla vista.
“Il lavoro di Candida Hofer – scrive Angela Tecce – per Napoli assume, proprio per la distanza siderale tra la sua enigmatica e solenne celebrazione del silenzio e la ribollente vita partenopea, un nuovo valore di testimonianza. La fotografa tedesca, allieva per altro di due cantori dell’assoluto architettonico come Berndt e Hilla Becher, non si lascia minimamente sedurre dalle grida, dal clamore o dal traffico, dal pittoresco in una parola, ma lavora su cio’ che le appare eterno o che perlomeno dell’eternità rappresenti un aspetto: il frutto del lavoro e del pensiero sottratti alla contingenza del tempo. Nessuna sua fotografia dà la sensazione di esser stata catturata, ma tutte appaiono piuttosto l’esito di una lentissima, elaborata distillazione di un momento supremo”.
Nonostante le immagini siano fondate su vuoti assoluti e luminosi, in una ricerca che si caratterizza ad un livello oggettivo di indagine, il grande protagonista dell’opera di Candida Höfer rimane il vivere sociale e politico. In conclusione, un omaggio piu’ che dovuto a una delle personalità piu’ rilevanti e significative del panorama dell’arte contemporanea e allo stesso tempo alla città e ai suoi luoghi piu’ significativi.