Apre al pubblico il 3 ottobre Retranslation I Final Unfinished Portrait (Francis Bacon)|figure inscribing a figure, installazione di Peter Welz e William Forsythe ospitata a Roma grazie alla collaborazione tra Romaeuropa Festival 2009 e Galleria nazionale d’arte moderna e ospitata proprio nella prestigiosa sede di viale delle Belle Arti.
Tre schermi di tre metri e mezzo per cinque con cornice in alluminio, altoparlanti vicini agli schermi e non visibili, l’incompiuto ritratto di Francis Bacon o una sua copia a grandezza naturale -1,98 X 1,46 metri tra due lastre di vetro-, uno spazio tra i 400 e i 500 metri quadrati il più luminoso possibile: ecco le caratteristiche materiali di Retranslation I Final Unfinished Portrait (Francis Bacon)|figure inscribing a figure, opera coreografica multimediale in continuo movimento tra scultura, pittura, video arte e danza.
In questo binomio, Welz è uno scultore tedesco che attraverso le nuove tecnologie ha aperto una inedita prospettiva cinetica nelle arti plastiche; Forsythe è un coreografo statunitense che negli ultimi trent’anni si è imposto come una delle figure di spicco della danza contemporanea: il loro incontro nasce dall’idea di creare passaggi fluidi, continui e audaci da un linguaggio artistico all’altro e da un’opera all’altra. Non a caso la loro prima collaborazione, Whenever on on on nohow on|airdrawing, prendeva le mosse da un frammento di testo tratto da Worstward Ho di Samuel Beckett.
Punto di partenza del loro secondo incontro è, invece, il quadro che alla sua morte Francis Bacon lasciò incompiuto sul cavalletto da disegno. Era il 1992. Un’opera enigmatica: su uno sfondo tumultuoso appena sbozzato si fa avanti una figura che potrebbe essere George Dyer – l’amante di Bacon scomparso anni prima –, o forse il pittore stesso. Ripresa con più telecamere e montata da Welz, una performance di Forsythe che danza con guanti e calzari dotati di mine di piombo lasciando a terra tracce del movimento, punta a ricomporre sul suolo le linee del quadro di Bacon. Il risultato è una installazione che restituisce questa performance da diversi schermi, quindi diverse prospettive e punti di vista, suscitando anche una suggestiva eco dei cicli di quadri dedicati da Bacon alle opere di Velásquez e di altri grandi maestri del passato.
Nel caso di Welz e Forsythe il legame con il pittore irlandese sembra affondare le radici in quel lavoro di traduzione, traslitterazione, stenografia del mondo e della sensazione che il pittore irlandese infondeva nelle sue tele. La frase di Bacon “Nessuna illustrazione della realtà, ma creare immagini che siano un concentrato della realtà e una stenografia della sensazione”, in Retranslation si amplifica emblematicamente verso forme d’arte diverse, come danza, pittura e scultura, che celebrano il loro segreto legame.
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