Oggi 6 ottobre si inaugura presso la galleria e x t r a s p a z i o di Roma la seconda personale Ngubani na lo? di Nicholas Hlobo (Cape Town, SA, 1975). Nicholas Hlobo è noto per installazioni, performance e immagini che affrontano temi complessi e sollecitano diversi livelli di lettura. L’artista coinvolge l’osservatore nella costruzione di una storia dai molteplici significati.
Il titolo della mostra è Ngubani na lo? – traducibile con Chi è?: Chi sono le persone, da dove vengono e, soprattutto, quali identità si costruiscono nei vari contesti? Per Hlobo, porre interrogativi è fondamentale quanto l’atto stesso del fare. Le sue opere sono ricche di riferimenti alla cultura xhosa e all’esperienza di vita nel Sudafrica post-apartheid e al contempo rappresentano una riflessione più generale su temi quali lingua e comunicazione, genere e sessualità, razza ed etnia.
L’artista parla spesso del suo lavoro in termini di ‘scrittura’ e utilizza sempre per i titoli delle opere la sua lingua madre, lo xhosa, appartenente al ceppo nguni, molto diffusa in Sudafrica. Le sue poetiche espressioni idiomatiche, i proverbi e le ambiguità di senso, sono particolarmente adatte a eludere significati scontati e a minare stereotipi.Una lingua così flessibile da permettere che i termini possano essere recepiti in molteplici modi, ulteriormente arricchita dalle trasposizioni nelle altre lingue con le quali Hlobo comunica in Sudafrica, rappresenta per l’artista un capitale da ottimizzare: egli strappa, ricuce, taglia e ricompone materiali disomogenei, spesso di per sé carichi di ipotesi di interpretazione, per costruire sequenze di immagini imprevedibili, senza apparente struttura narrativa; ‘montaggi’ di fantasie che chiedono all’osservatore di continuare a sviluppare il racconto.
Camere d’aria di copertoni, che Hlobo recupera nelle officine, diventano simbolo dell’industrializzazione e dell’esperienza urbana. Allo stesso tempo, la gomma assume la valenza di un emblema della mascolinità. Possedere un’automobile è in Sudafrica uno status symbol prettamente maschile e le camere d’aria possono inoltre essere associate ai preservativi. Qui entrano in gioco la vulnerabilità e la precarietà delle certezze. Il condom è uno strumento d’uso comune ma è anche un feticcio maschile e per di più un motivo di conflitto per una delle più importanti culture religiose del mondo. Un po’ troppo per un oggetto cosi piccolo e leggero?
Hlobo si diverte da sempre a smontare e rimontare certezze acquisite e cliché e in particolare gli stereotipi di genere. In molti dei suoi lavori, gomme, nastri di raso, pizzi, merletti, forme approssimativamente falliche, ricami cangianti di spermatozoi e orifizi di incerta natura sembrano presi da un raptus che procura loro ineffabili piaceri.