La galleria LipanjePuntin artecontemporanea di Roma inaugura il 20 ottobre Acriter et Fideliter, mostra personale di Antonio Riello (1959, Marostica) a cura di Jonathan Turner.
Antonio Riello è uno degli artisti europei più eclettici, visionari e controversi, e si esprime attraverso pittura, scultura, design, fotografia, istallazioni e videogiochi. Il gioco, come procedura che manipola immagini e oggetti sul filo della finzione ironica e della sciarada concettuale, è la cifra stilistica che lega le invenzioni dell’artista. In Acriter et Fideliter Riello si concentra su uno dei suoi temi ricorrenti: le armi e il mondo militare. L’artista ha inventato una serie di armi rivisitate e rielaborate come potenziali oggetti di design. Queste creazioni artistiche sono la perfetta ibridazione tra il coltellino svizzero (nelle versioni aggiornate e superaccessoriate) e l’alabarda medievale. Gli oggetti in questione sono vere sculture, ma Riello ha deciso di rendere il progetto ancora più surreale presentandolo attraverso fotografie monumentali. Come dentro lo studio classico del gentiluomo inglese o in un padiglione di caccia, le armi ideate da Antonio Riello sono collocate su pareti ricoperte con una carta da parati dai motivi tartan. Il motivo tartan, simbolo dei clan scozzesi, nella modificazione operata da Riello diviene metafora dell’attuale Europa (non)unita e imperfetta. L’artista inserisce intenzionalmente nel motivo della carta da parati errori di stampa, elementi estranei e imprevisti quali ad esempio Pac-man, per suggerire che anche la rigidità delle linee geometriche (e politiche) può essere compromessa.
Viene presentata inoltre una serie di disegni recenti che con la medesima ironia utilizzano come pure decorazioni sagome di carri armati, bombe, fucili, razzi e altri strumenti d’offesa. Usate in un pattern ripetuto questi motivi in origine violenti e mortiferi diventano dolci e femminili come un delicato merletto. In un gioco concettuale, Acriter et Fideliter, titolo della mostra e motto ufficiale delle Guardie Svizzere, unisce gli elementi finora evocati – alabarde e coltellini svizzeri – in uno scenario irriverente che è un anacronistico pastiche di elementi multiculturali e paradossali.