Nancy Spero, artista pioniera e sperimentale nonché fervente promotrice del femminismo in ambito artistico è morta all’University Hospital di New York lo scorso fine settimana alla veneranda età di 83 anni. La vita dell’artista è stata caratterizzata da una ferrea devozione alla giustizia sociale che la stessa ha messo continuamente in gioco durante la sue pratiche politiche ed artistiche.
Nel 1969 l’artista ha collaborato al varo dell’Art Workers Coalition, un gruppo aperto di artisti, filmakers, scrittori e critici schierato contro la politica di esclusivismo dei musei d’arte contemporanea. Tra i membri della coalizione figurarono importanti nomi del contemporaneo come il gallerista Tony Shafrazi, l’artista minimalista Carl Andre e l’artista concettuale Dan Graham. L’Art Workers Coalition scaturì da un gesto dello scultore greco Vassilakis Takis che ritirò la sua opera da una mostra del MoMa intitolata The Machine at the End of the Mechanical Age, seppure la stessa era stata acquistata dal celebre museo nel 1963. Takis era però contrario alla presenza della sua opera nella mostra e fu decisamente contrariato quando il museo la inserì nell’evento senza consultarlo.
Tornando a Nancy Spero, nel 1972 l’artista fondo l’A.I.R. (artists in residence) a SoHo, il progetto che si manifestava nell’apertura di uno spazio artistico divenne celebre per il primato di prima galleria cooperativa di sole artiste donne in tutti gli Stati Uniti. Nelle sue opere Nancy Spero ha riprodotto vere e proprie cronache di violenza e visioni estatiche legate ai vari cicli della vita. Il suo complesso linguaggio artistico l’ha portata a sperimentare la pittura, il collage e l’installazione con la stessa potenza visiva, di lei si ricordano celebri opere come Torture of Women (1976), Notes in Time on Women (1979) and The First Language (1981). Le sue opere hanno fatto il giro del mondo e sono state acquisite da importanti istituzioni museali come il MoMa di New York e la Tate Modern di Londra. Nel 2006 Nancy Spero è stata eletta membro dell’American Academy of Arts and Letters.
Photo: Courtesy di Stefania Miscetti, Roma