Le migliaia di visitatori che da oggi si recheranno nella stanza 19 posta al quarto piano del MoMa, Museum of Modern Art di New York rimarranno senz’altro stupiti. Ai muri sono sempre appesi capolavori dell’espressionismo astratto dipinti da artisti del calibro di Willem de Kooning e Franz Kline ma le loro cornici sono scomparse ed ora le opere lasciano intravedere tracce materiche ai bordi ed i chiodi dell’intelaiatura.
La rivoluzione è stata attuata da Ann Temkin, nuovo curatore capo della sezione dipinti e sculture. “La cornice era una convenzione” ha spiegato la direttrice ai microfoni del New York Times indicando Painting Number 2 (1954) di Franz Kline. Una convenzione che secondo Ann Temkin ha in qualche modo addomesticato per troppo tempo le opere, oscurando la loro potenza rivoluzionaria e radicale. Via le cornici quindi per rompere definitivamente con il passato. “Adesso le pennellate di colore sembrano letteralmente esplodere al di fuori della tela ed anche la firma di Kline sembra avere la libertà che gli spetta”. Ha aggiunto gioiosamente Ann Temkin. La collezione permanente del MoMa spazia da Van Gogh a Matisse fino alla Gold Marilyn Monroe di Andy Warhol. Oggi questa inestimabile collezione è divenuta un poco meno permanente perché Ann Temkin ha intenzione di far ruotare spesso il nucleo di opere in mostra che nel passato venivano cambiate solo quando dovevano essere date in prestito per mostre al di fuori del museo. Il curatore non ha però intenzione di sconvolgere il museo con cambiamenti troppo radicali: “Voglio che i visitatori tornino più volte a visitare il museo, sicuri di trovarci nuove opere assieme a quelle che ormai sono entrate nel loro cuore”. L’idea di Ann Temkin ci sembra del tutto azzeccata, del resto anche i nostri musei e primi fra tutti quelli di arte contemporanea hanno delle interessantissime collezioni permanenti che negli ultimi anni sono rimaste un poco in ombra. Mettere quindi in mostra capolavori che sino ad ora hanno avuto poca visibilità è sempre una buona idea.
Photo Copyright: Franz Kline, Ted Loos