Dopo l’importante personale nel 2007 Una rosa non ha denti – Bruce Nauman negli anni Sessanta presso il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e la recente partecipazione alla Biennale di Venezia – Padiglione USA che gli è valsa il Leone d’Oro e la laurea honoris causa conferitagli dall’Università IUAV di Venezia, il Maestro americano è nuovamente di scena in Italia nelle rinnovate sale di un storico spazio espositivo torinese che ha recentemente presentato un’interessante personale dedicata all’opera grafica di Damien Hirst. L’occasione è fornita da una nuova e stimolante notte dell’arte nelle gallerie torinesi durante la fiera Artissima, in specifico dalla galleria Gilberto Zabert.
La rarità delle opere di Nauman in circolazione rende preziosa ed inedita per l’Italia questa raccolta di 5 disegni per grandi installazioni (1968 -1975, progetti riconducibili alla definizione dell’epoca di “sculture mentali, schizzate su un semplice foglio di carta”, secondo l’artista Douglas Huebler) e di 11 grafiche realizzate tra il 1980 ed il 1994 che l’autore ha prodotto su diversi temi e soggetti. Queste opere scandiscono le variazioni nel tempo del pensiero e della poetica minimale ed essenziale del grande artista americano attraverso un segno sovente esile, ma estremamente lucido e di estremo rigore concettuale.
Il video Sound for Mapping the Studio Model (The Video), si riferisce invece ad una famosa opera di Nauman, recentemente esposta a Ca’ Foscari, durante la Biennale, in cui l’artista riprese di notte con una videocamera ad infrarossi 7 diverse zone del proprio atelier, dando forte risalto soprattutto alle variazioni sonore che gradualmente si producevano e ponendo in stretta relazione quanto avveniva all’interno ed all’esterno dello studio, tramite la dislocazione in diverse posizioni dell’apparecchiatura per la registrazione. La video-installazione prevede infatti la prevalenza della dimensione sonora sull’immagine, attraverso uno specifico posizionamento dell’audio. Da tale materiale originale l’autore realizzò Mapping the Studio I (Fat Chance John Cage) e propose inoltre nel 2002 una differente versione realizzata con 7 proiezioni in differenti colorazioni monocromatiche Mapping the Studio II with color shift, flip, flop & flip/flop (Fat Chance John Cage) negli spazi della galleria Sperone Westwater a New York.
Ancora una volta l’artista investiga sulla relazione tra lo spazio e le nostre condizioni fisiche, emotive e psicologiche e sulla combinazione tra elementi visivi ed acustici, confermando quanto la sua ricerca abbia influenzato intere generazioni di artisti e creato nuovi modelli di linguaggio per l’arte contemporanea.
cos 4 Novembre 2009 il 14:21
potete essere più precisi su luogo e orario per favore? pare un po’ confuso il tutto… grazie
Micol Di Veroli 4 Novembre 2009 il 22:04
Dal 7 novembre 2009 (inaugurazione ore 18:30) al 16 gennaio 2010 presso la galleria GALLERIA GILBERTO ZABERT, Piazza Camillo Benso Conte Di Cavour 10 Torino.