Il 14 novembre s’inaugura al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli la mostra Strade della città (ed altri arazzi), allestita nel grande salone che ospita i Cinquecenteschi Arazzi d’Avalos. Al posto di tali opere storiche, William Kentridge collocherà undici arazzi, bozzetti e disegni su documenti e mappe in originale del Regno di Napoli e piccole sculture di bronzo, concepiti e realizzati appositamente per la mostra.
Si tratta di opere legate alla serie degli Horse e Nose tapestries, proseguimento ideale della Porter Series, gruppo di lavori di dimensioni più contenute che presentano ombre in processione proiettate su carte geografiche, realizzati dall’artista a partire dal 2001. Se la prima serie – dichiara l’artista – raffigurava “porters”, questa è equestre. Si tratta di figure equestri antieroiche, in una crociata senza speranza attraverso la storia, cavalieri e cavalli in cerca di una terra promessa, piuttosto che della Terra Promessa”.
Nei Nose tapestries si fa esplicito riferimento al breve racconto di Gogol Il naso, del 1836. Nella storia di Gogol, il naso abbandona il volto del suo proprietario e assurge a maggiore autorità e prestigio di questi tentando di trasformarsi appunto in eroe equestre. Vengono descritti i tentativi dell’assessore di collegio Kovalèv di rintracciare e riappropriarsi del suo organo del senso, e delle parallele solitarie avventure di questo per le vie di San Pietroburgo.
Oltre alla “cartografia biblica” dell’Egitto e della Palestina, una decina di incisioni che ritraggono la città di Napoli e il suo territorio, rappresentano “il paesaggio di sfondo” delle avventure del “Naso” in veste di eroe equestre. Ciò a conferma del forte legame dell’artista – già regista ed autore nell’ottobre 2006 delle scene del “Flauto Magico” al Teatro San Carlo – con la città di Napoli, nei secoli terra di conquista e di soprusi, ma anche musa pittoresca e inquietante per le arti e la cultura.
Lo stesso giorno, alle ore 20, al Museo Madre di Napoli, l’artista terrà una conferenza in forma di performance accompagnata da una proiezione video, dal titolo “I am not me, the horse is not mine”. Il titolo di questo lavoro deriva da un’espressione contadina russa utilizzata per negare la colpa e usata da Bukharin, il fedele luogotenente di Lenin, in una seduta del Comitato Centrale del 1937 nel tentativo di sottrarsi alla “purga” staliniana, e infine, alla morte.
Dal palcoscenico del Madre, Kentridge leggerà alcuni frammenti estratti dalla trascrizione di questo processo sommario, e brani tratti dal citato romanzo di Gogol. Kentridge ha presentato questo lavoro per la prima volta nel 2008 alla Biennale di Sidney, insieme alla omonima installazione di 8 frammenti video.
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