Parlando di presenza fisica e culturale dell’arte contemporanea all’interno della nostra società va detto che non v’è nulla di che lamentarsi. Di musei e fondazioni è piena l’Italia, gallerie ne abbiamo a sazietà mentre la Biennale di Venezia resta sempre una delle manifestazioni più ambite e prestigiose di tutto il globo terracqueo. Se si sorpassano i nostri confini la situazione appare ancor più rosea, non è mistero infatti che all’estero esista una nutrita serie di luoghi, eventi ed attività dedicati all’arte contemporanea in netta crescita esponenziale. Ora immaginate quanti artisti sono chiamati ad esporre in questo vasto mare di eventi creativi, il numero è decisamente alto. Ed il bello è che molti di questi artisti sono vere e proprie star, ad esempio dalla generazione Young British Artists in poi, molti artisti inglesi sono osannati da mercato e critica.
Ci sono poi i mostri sacri statunitensi come Bruce Nauman, Bill Viola e compagnia cantante senza tralasciare i nuovi beniamini tipo Paper rad, Kembra Pfahler e Terence Koh che ultimamente hanno furoreggiato al Macro di Roma in occasione della mostra New York Minute. Ovviamente anche Francia, Spagna e Germania hanno il loro cospicuo numero di blasonati protagonisti della scena contemporanea mentre l’Italia chiude il conto con i soliti Francesco Vezzoli, Maurizio Cattelan ed una sparuta manciata di altri nomi. Se si pensa invece al panorama artistico statunitense di fine anni ’70 salta subito all’occhio che le superstars dell’arte erano in numero nettamente inferiore ad oggi. Insomma la tendenza odierna è quella di creare il grande personaggio che in poco tempo riesce ad approdare a Biennali e Musei di prestigio, il più delle volte bruciando le tappe di una carriera che non conosce più gavette. La domanda che questo articolo si propone di porre è quindi la seguente: Quante di queste osannate superstars entreranno nella storia dell’arte? Non sto parlando di esser citati all’interno dei testi scolastici ma di lasciare un’eredità artistica costituita da una potenza creativa ed espressiva ornata da una chiara visione sperimentale e formale.
Bruce Nauman, Bill Viola, Cy Twombly, Anselm Kiefer, Richard Serra e Lucian Freud sono alcuni dei nomi che riusciranno certamente a resistere al tempo e consegnare la loro drammaticità estetica alle future generazioni. Dubito fortemente che artisti corteggiati ed iper pubblicizzati come Richard Prince o Shepard Fairey faranno più che navigare nel loro dorato limbo di superstars in cui vagano tuttora.
Dare estrema importanza ad artisti decisamente modaioli e banali significa tralasciare la qualità. Siamo in un secolo apocalittico in cui i cambiamenti sono a portata di mano ma gli artisti sembrano troppo pigri ed impegnati a pubblicizzare la propria immagine per accorgersene. Ed anche noi operatori del sistema dell’arte siamo troppo corrotti per non credere a questa bugia collettiva.
Photo Copyright: Richard Prince
luke 10 Novembre 2009 il 23:20
condivido in pieno! Lo schifo è un pò dappertutto e, onestamente, non si intravede nulla di nuovo sul mercato… E se posso dirla tutta: fa ridere chiamare arte la rappresentazione del Papa schiacciato da una meteorite… Quella non è arte è provocazione gratuita!