Dopo il successo ottenuto dalla personale di Alex Katz, il MARCA, Museo delle Arti Catanzaro, apre la stagione invernale con un nuovo importante appuntamento espositivo che ha l’obiettivo d’indagare l’opera di uno dei maggiori protagonisti dell’arte europea. Sabato12 dicembre s’inaugura la personale di Antoni Tàpies Materia e Tempo che si articola come un vero e proprio omaggio all’ottantaseienne maestro spagnolo.
La mostra presenta un gruppo di lavori monumentali, in gran parte mai visti in Italia, focalizzati sull’indagine degli ultimi tre decenni. Sono opere che dimostrano l’attualità di una ricerca che, rinnovandosi, ha attraversato tutta l’arte del dopoguerra ponendosi come elemento di costante autocoscienza. In tal senso appare emblematica la straordinaria serie di “muri” degli anni ottanta nati dalla riflessione sugli antichi graffiti.
La ricerca di una delle figure centrali del dopoguerra che ha avuto un forte influsso sulle esperienze di artisti quali Joseph Beuys e Jannis Kounellis, viene indagata da una mostra che affronta la permanenza del gesto attraverso una rigorosa selezione di opere sottese da una presenza silenziosa, quanto ineludibile del tempo. “L’idea essenziale che mi viene in mente, è trovare un’arte che stimoli una visione in profondità, che ci avvicini alla realtà autentica, alla vera natura dell’uomo. Con un approccio il più intenso possibile, si può entrare nel centro dell’universo”, ha affermato Tàpies.Sono oltre 50 le opere esposte negli spazi del MARCA tra dipinti, sculture, muri, disegni, composizioni grafiche e libri illustrati provenienti da importanti collezioni pubbliche e private italiane e straniere, a testimoniare la straordinaria vitalità dell’artista che ha saputo manipolare i materiali e le forme giungendo ad un risultato di assoluto equilibrio, per certi aspetti visionario, dove il quadro è esso stesso l’oggetto della rappresentazione e non più la finestra sul mondo.
Ampio lo spazio dedicata alla scultura, un settore generalmente meno noto della ricerca di Tàpies, con una serie di opere in terracotta tra cui Divan del 1987 che pur evocando il triclinio della Roma antica, diventa elemento di arredo quotidiano nell’orizzontalità della storia dal momento che viene contaminato con una forma pittorica bianca simile all’impronta di un piede. O T tombada dello stesso anno che afferma la presenza del segno sottraendosi ad una visione politica o religiosa.
Tra le peculiarità della rassegna va segnalata la presenza dei “muri”, una serie di grandi opere degli anni ottanta dove l’artista interviene su lastre di lava smaltate. Tali lavori installativi sono stati esposti una sola volta nel 2004 durante una retrospettiva al Museo Reina Sofia di Madrid. Sono opere dallo straordinario potere evocativo dove la terra, come materia prima, diventa luogo di riflessione cosmico ma anche campo di battaglia, giardino e terreno di gioco in base ad una riflessione sulla materia che caratterizza, sin dalla metà degli anni quaranta, tutta l’indagine del maestro spagnolo.
Un’intera sezione della mostra è dedicata al disegno, all’opera grafica e ai libri d’artista, ambiti fondamentali nella ricerca di Tàpies che ha sempre affrontato queste forme espressive con assoluta autonomia rispetto alla pittura evidenziando l’aspetto segnico e calligrafico.