Per certi versi la figura del presidente americano Ronald Reagan ha avuto ed ha ancora a che fare con il nostro vissuto personale. Il presidente-attore scampato ad un assassinio e con una figlia (Patti Davis Reagan) che ha posato nuda su Playboy è stato infatti protagonista nel bene e nel male di vicende storiche che hanno cambiato il mondo. In tempi non sospetti il grande artista Joseph Beuys aveva musicalmente attaccato il presidente con la sua stravagante canzone Sonne statt Reagan una sorta di gioco di parole ed inno contro la corsa agli armamenti di Reagan.
Oggi la figura del presidente americano torna prepotentemente ad influenzare la sfera artistica contemporanea, dal 8 novembre al 6 dicembre infatti il No Globe Exhibition Space di New York ospita una stravagante mostra sulla figura di Ronald Reagan dal titolo Reaganography. La mostra oltre ad aprire un dibattito sulla politica del presidente si concentra sulla sua figura in un gioco estetico irriverente che la innalza a icona artistica. La stranezza delle opere in mostra tocca tutti gli aspetti della libertà creativa, si va dal Reagan che legge il libro di Barack Obama The Audacity of Hope nell’opera The Education of Reagan di Felix Esquivel sino al Fuck Reagan di Steve Locke che catapulta il presidente all’interno di una scena di sesso esplicito in cui un giovane ragazzo sodomizza il grande capo di stato. L’opera in questione denuncia l’ostilità del presidente riguardo l’omosessualità ed la sua politica di insabbiamento riguardo l’AIDS, giudicato follemente dall’establishment statunitense di allora una malattia riservata alla comunità gay.
A far da contrappunto a queste fantasiose stravaganze creative, la mostra ospita opere che rappresentano semplici ritratti di Reagan come Sorry John, I Wrecked Your Truck di Mark Albright e Reagan with Raspberries di Melanie Baker che raffigura il potente uomo vicino ad un piatto di lamponi. Insomma con la sua varietà di stili e linguaggi la mostra offre una visione di Ronald Reagan in tutte le salse.