Zhang Huan, Malcom McLaren e Miltos Manetas alla galleria Pack di Milano

di Redazione Commenta


La Galleria Pack di Milano inaugura il 10 dicembre la grande mostra che riunisce per la prima volta assieme tre grandi personalità del contemporaneo. Seppure attraverso linguaggi e metodologie differenti, Zhang Huan, Malcom McLaren e Miltos Manetas sono portatori di una grande forza comunicativa ed innovativa che caratterizza e rende unica la loro ricerca.

Zhang Huan individua nel corpo lo strumento ed il metodo di conoscenza della realtà che lo circonda, rendendolo protagonista indiscusso delle proprie performance. L’opera presentata per questa occasione è il Museum size di Family Tree, opera che ha contribuito a rendere il lavoro dell’artista conosciuto internazionalmente e che è entrata nelle collezioni di importantissime istituzioni tra cui il Centre Pompidou di Parigi. Il lavoro incarna perfettamente la poetica del linguaggio di Zhang Huan. Il volto dell’artista, seguendo l’arco di un’intera giornata, si trasforma in una sorta di tela sulla quale sono dipinti ideogrammi che raccontano un’antica leggenda famigliare cinese. Il corpo diventa linguaggio, prova dell’identità culturale dell’individuo, istante privilegiato in cui lo spirituale si rende tangibile.
In mostra saranno inoltre presenti alcune opere video recenti di Malcom McLaren. Internazionalmente noto per avere ideato e creato la celebre band inglese dei Sex Pistols, Malcom McLaren ne divenne manager e ne curò lo stile e l’immagine pubblica dando vita a quel movimento giovanile che avrebbe preso il nome di “punk”. I suoi inizi lo vedono studente di pittura e disegno presso il Martin’s College of Art di Londra, e pochi anni più tardi lo ritroviamo, insieme alla moglie Vivienne Westwood, a dirigere e disegnare abiti per una delle più note boutique inglesi. Durante la sua lunga carriera, McLaren è stato fashion designer, cantante, performer, produttore, e manager di diversi gruppi musicali, dimostrando che le ideologie ed i metodi delle avanguardie artistiche dell’ultimo secolo possono essere applicate alla vita quotidiana ed in particolare al mondo della musica.

Infine, con una serie di dipinti esposti nella recente mostra Unconditional Love dell’ultima Biennale di Venezia, troviamo il lavoro di Miltos Manetas. Artista di origini greche, fa del web e di Internet il suo
principale campo di interesse tanto da essere considerato il primo artista ad essere riuscito a presentare alla Biennale di Venezia un padiglione interamente dedicato all’universo digitale: The Internet Pavillon, che indaga il difficile rapporto tra arte ed universo web. Manetas fa della predilezione per la tecnologia motivo della poetica della sua produzione pittorica. I suoi quadri rappresentano cavi, monitor, e persone intente a maneggiare joystick e tastiere, il tutto inquadrato in un ambiente scarno e desolato che ricorda da vicino le opere di Edward Hopper. Manetas non mostra mai il gioco in cui sono impegnati i suoi personaggi, né quali immagini essi abbiano di fronte, ma si concentra sull’interfaccia uomo-computer, collocando la sua ricerca nella secolare tradizione pittorica delle scene di genere che ritraggono l’uomo nel suo ambiente.

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