Avete mai sentito parlare di Reed Seifer? Il celebre graphic designer ed artista concettuale statunitense è balzato agli onori della cronaca alcuni anni fa (esattamente nel 1995) quando ha deciso di varare un suo personale quanto creativo progetto denominato Project Optimism. L’artista ha iniziato con la produzione di spillette con su scritta la frase Optimism ed in seguito la sua popolarità è talmente cresciuta che Seifer ha deciso di creare una serie di oggetti artistici in grande tiratura sempre con la stessa frase inneggiante all’ottimismo. Nel corso degli anni Seifer ha prodotto lattine ed altri oggetti di uso comune sempre con la sua cifra stilistica.
Certo il progetto dell’artista non combatterà la fame del mondo e non aggiungerà nulla di nuovo alla storia dell’arte concettuale ma da oggi potrà sicuramente potrà in qualche modo tirar un poco su il morale dei cittadini newyorchesi. La Metropolitan Transportation Authority, la società che si occupa della metropolitana della grande mela, ha deciso infatti di iniziare una proficua collaborazione con Reed Seifer ed ha quindi stampato a chiare lettere la parola Optimism sul retro dei biglietti della metropolitana. Da settembre ad oggi l’azienda ha già stampato sette milioni di biglietti con il positivo motto stampato sul retro e si prevede che nei prossimi mesi saranno stampati e messi in vendita altri sette milioni di biglietti delle metropolitana. Ovviamente la parola scritta come arte non è certo un’invenzione di Seifer, tra i grandi nomi che si sono avvalsi del verbo scritto come mezzo di comunicazione artistica ricordiamo infatti Joseph Kosuth, Stephen Kaltenbach, Ed Ruscha, Barbara Kruger, Ricci Albenda, Glenn Ligon e Douglas Gordon, ma la lista ovviamente è ancora molto molto lunga.
La simpatica iniziativa di Seifer è però la prova che l’arte concettuale è in grado di divertire e di tramandare la sua carica creativa anche alle nuove generazioni. In questa operazione l’arte si fonde inoltre con il graphic design e sinceramente questa contaminazione non ci dispiace affatto, d’altronde noi di Globartmag siamo sempre ottimisti.
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