La definizione che sceglie per presentarsi è secca, anche se apertissima: “piattaforma creativa dedicata a persone accomunate dalla voglia di esprimersi”. Marsèlleria Permanent Exhibition è un ambiente non legato a specifiche forme espressive, ma compatibile con le più diverse espressioni creative.
Ad aprire al pubblico, giovedì 26 novembre, gli spazi di via Porta Vittoria a Milano Flying False Colors personale di Carlo Zanni. Le opere in mostra approdano in Italia direttamente dall’esposizione al Chelsea Art Museum e da Perfoma09 Biennial of New Visual Art Performance di New York.Flying False Colors (The Sixth Day) è un progetto multipiattaforma che dipana, e rende visibili, gli intrecci fra consumo del petrolio, politica e problematiche ecologiche dei 30 paesi monitorati dal Joint Oil Data Initiative, istituzione fondata nel 2001 per conteggiare la quantità di petrolio richiesto ogni mese dai maggiori consumatori mondiali dell’oro nero.
Carlo Zanni trasforma in una installazione minimale le ordinate stringhe di algoritmi provenienti da Australia, Cina, Taiwan, Indonesia, Corea, Russia,Tailandia, Belgio, Egitto, Iran, Malesia, Arabia Saudita, Turchia, Brasile, Francia, Iraq, Messico, Singapore, Regno Unito, Canada, Germania, Italia, Olanda, Sud Africa, Stati Uniti, India, Giappone, Polonia, Spagna, Venezuela.
Nel silenzio di Marsèlleria Permanent Exhibition il fruscio di una bandiera, connessa ad un computer e ad un compressore, è l’inquietante trasposizione visiva e sonora del continuo depauperamento delle risorse mondiali di petrolio. Il vento che la sospinge è programmato per soffiare ad una particolare velocità e direzione, e per un periodo di tempo correlati al numero di barili di petrolio richiesti da una data nazione e dalle condizioni meteo della sua capitale. Quando per esempio, la bandiera sventola verso sud per 14 secondi, potrebbe mostrare la richiesta di petrolio e le condizioni meteo in Italia, mentre quando sventola verso nord-est per 72 secondi potrebbe rappresentare la Cina.
Flying False Colors (The Sixth Day) si ispira liberamente a I Tre Giorni Del Condor (1975) diretto da Sydney Pollack, uno dei primi film di spionaggio a suggerire il collegamento tra le operazioni militari segrete degli Stati Uniti e il controllo della produzione di petrolio in Medio Oriente.
Il design della bandiera deriva direttamente dall’Ecology Flag (bandiera dell’ecologia) ideata nel 1969, durante l’esposizione la bandiera muterà gradualemente il suo colore, un’esemplificazione del “flying false colors” (sventolando falsi colori), l’atto di battere una bandiera finta per ingannare il nemico.