L’arte del restauro è divenuta negli ultimi anni sempre più precisa e rispettosa delle caratteristiche chimiche dell’opera da ripristinare. Uno dei più famosi ed importanti interventi di restauro del ventesimo secolo fu quello della Cappella Sistina. Gli affreschi di Michelangelo presenti nella cappella ed in particolare quelli della volta e delle lunette, compreso Il Giudizio Universale e La Creazione di Adamo furono oggetto nel corso dei secoli di numerosi interventi ma il più famoso è appunto quelloche si svolse dal 1980 al 1994 il quale ha riportato alla luce colori a dir poco sfavillanti che hanno suscitato clamore ed in certi casi numerose critiche tra gli addetti al settore.
Lo storico James Beck asserì infatti che i restauri non restituivano le vere intenzioni di Michelangelo. Oggi con l’ausilio del computer gli interventi di restauro possono essere pianificati a tavolino mediante la digitalizzazione dell’opera da restaurare. Proprio questa tecnica ha permesso di ricostruire L’Ultima cena di Leonardo da Vinci, celebre affresco che si trova nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano. Leonardo iniziò a lavorarvi nel 1495 e la completò nel 1498 ma la tecnica usata e l’impiego di materiali organici determinò sin da subito un lento e progressivo degrado. Ai giorni nostri l’opera appare visibilmente deteriorata ma grazie all’ausilio della grafica digitale alcuni studiosi italiani sono riusciti in una grande impresa. L’equipe guidata da Mario Taddei, scenziato della Leonardo3, ha compiuto una ricostruzione digitale basata su centinaia di fotografie ad alta definizione dell’opera. “E’ stata una sorta di ricostruzione archeologica. Le foto ad alta risoluzione ci hanno aiutato a localizzare i pigmenti originali” ha dichiarato Taddei.
Alla fine dell’elaborazione l’opera ha rivelato sensazionali dettagli e colori incredibilmente brillanti e vividi. “Oggi L’ultima cena si presenta scolorita e danneggiata quindi questi colori brillanti e saturi possono apparire falsi ma noi crediamo che la nostra ricostruzione sia un immagine abbastanza fedele di come doveva essere l’affresco quando Leonardo finì di dipingerlo” ha continuato Taddei.
Per completare le parti mancanti dell’affresco, Taddei ed i suoi colleghi, si sono avvalsi di copie del dipinto come quella di Giampietrino pittore italiano, attivo tra il 1508 ed il 1549 a Milano, allievo di Leonardo Da Vinci ed esponente della scuola lombarda. Certo la scoperta di Taddei è sensazionale, noi lasciamo a voi l’immagine del restauro ed ogni commento del caso.
Photo Copyright: Leonardo3
stefano P. 5 Agosto 2010 il 09:23
Qui potete trovare un video “sensoriale” sull’opera: http://www.youtube.com/watch?v=BTxsWNhrO9I
Williamnap 20 Maggio 2016 il 20:48
Great, thanks for sharing this forum topic.Much thanks again. Drimmer