Il 25 agosto del 2008 una macchina nera partita dall’ambasciata Olandese di New York si recò davanti dell’abitazione dell’artista Jill Magid a Brooklyn. Un uomo sceso dalla vettura suonò il campanello e recapitò all’artista una busta marrone. La missiva in questione conteneva un enorme rapporto redatto dalla stessa artista sui suoi tre anni spesi ad incontrare agenti dei servizi segreti olandesi. Tre anni prima infatti Jill Magid era stata incaricata dai servizi segreti di creare un’opera d’arte capace di metter in luce l’aspetto umano dello spionaggio.
Ma dietro il manoscritto c’è una lunga storia, quella di Jill Magid di 36 anni, artista le cui sculture sono state vendute per 25.000 dollari al pezzo. Per le opere commissionate dall’intelligence olandese invece l’artista ricevette 100.000 euro. L’artista propose di intervistare alcuni agenti del servizio segreto su questioni personali e compilare un rapporto oltre che ad altre opere che avrebbero poi mascherato le loro vere identità. Jill Magid cominiciò così ad incontrare gli agenti nei bar e nelle hall degli alberghi. In un primo momento l’artista fece fatica comprendere lo slang usato dagli agenti, “Spider in the web” (ragno nella ragnatela) ad esempio era il termine per identificare un analista che colleziona informazioni sugli agenti, così le disse un agente. Un altro soggetto analizzato invece le mostrò alcuni oggetti storici come il “Dead-letter box” (scatola delle lettere morte) un contenitore per messaggi segreti.
Quando i servizi segreti olandesi videro il risultato della ricerca dell’artista nel 2008, rimasero sorpresi, le informazioni raccolte sui loro agenti erano minuziose ed erano veramente tante. Oggi è possibile ammirare il risultato di questa incredibile avventura nel mondo dello spionaggio alla Tate Modern che ospiterà fino al 3 gennaio 2010 la mostra Authority to Remove, personale di Jill Magid dove fra le installazioni e la copia del manoscritto originale potremo saperne di più sul mondo delle spie.