Si continuano a presentare due alla volta gli artisti dello Stile Libero Italiano, la situazione artistica che si è creata intorno alla galleria e sulla quale ha ruotato l’attività di tutto quest’ultimo anno. Ecco dunque che il 14 gennaio lo Studio d’Arte Cannaviello inaugura Lateralus, la mostra bipersonale di Stefano Cumia (Palermo, 1980) e Silvia Idili (Cagliari, 1982), entrambi pittori, entrambi di origini isolane, entrambi hanno scelto Milano come nuova dimora per esprimersi ed operare.
Il titolo della mostra fa riferimento al “pensiero laterale”, una modalità di risoluzione di problemi logici che prevede un approccio indiretto, ovvero l’osservazione del problema da diverse angolazioni. Il pensiero laterale si discosta da quello sequenziale (da cui il termine laterale) e cerca punti di vista alternativi per superare i confini e gli schemi precostituiti.La pittura di Stefano Cumia adotta un linguaggio stratificato che comprende figurazione, astrazione e gestualità. I protagonisti delle tele sono individui la cui identità si confonde con la psichedelia delle atmosfere che mescolano paesaggi dalle tinte accese, elementi decontestualizzanti e strutture geometriche. Questo eclettismo non trae riferimenti solo dalla storia della pittura ma allude al caleidoscopico intrecciarsi di esperienze personali e istintività.
Silvia Idili rappresenta nelle sue tavole un mondo abitato da creature lunari che si muovono in paesaggi dove sembrano sprofondare. L’aria fiabesca dei personaggi, ritratti in gruppo o da soli, descrive uno stato di perenne contemplazione che trasforma le loro azioni in gesti d’attesa. La dimensione atemporale degli sfondi risalta il candore delle figure che, isolate dai cieli neri e dalle distese erbose, fluttuano tra malizia e innocenza, angoscia e serenità.
Inusuale l’introduzione riportata sul catalogo: i due artisti si presentano a vicenda con testi certamente poco critici, ma comunque originali, curiosi e una volta tanto differenti dal solito cliché. Noi di Globartmag siamo felici di sapere che nel panorama delle gallerie nazionali c’è ancora chi crede nella giovane arte italiana