La Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia apre le sale al nuovo anno con gli artisti protagonisti di Suspense, collettiva in mostra al pubblico dall’1 al 15 febbraio 2010. L’esposizione si inserisce nell’ambito del progetto Spazio Elastico, iniziativa con cui la Fondazione dal 2002 ospita eventi espositivi temporanei volti a sostenere la ricerca artistica di chi opera nel territorio veneto, in un ricco calendario di appuntamenti liberi da strette programmazioni.
Novità per lo Spazio Elastico, inaugurata con la mostra Suspense, è la possibilità che la Fondazione offre a giovani curatori come Carolina Lio di vedere concretizzato il proprio progetto negli spazi Bevilacqua La Masa, accanto alle opportunità espositive già tradizionalmente proposte ai giovani artisti, in linea con la missione dell’Istituzione. Suspense comprende quattordici artisti attivi in Italia – e soprattutto nel Triveneto – che riflettono sul tema della leggerezza e della sospensione come metafora visiva di un distacco dal terreno. Gli artisti in mostra abbracciano, infatti, una delle direzioni più evidenti dell’arte contemporanea che cerca di rappresentare un allontanamento dal mondo reale attraverso una leggerezza che sfida la gravità. La mostra permetterà di vedere dall’alto, con distacco, un caos contemporaneo a cui si cerca di soprassedere in nome di una spiritualità che lo travalichi.
Suspense si articola, appunto, come un percorso espositivo dove i soggetti delle opere galleggiano e fluttuano, come l’opera che apre la mostra, un’installazione di Alex Bellan in cui un seggiolino da giostra è appeso a un canotto attaccato al soffitto, diventando un’ancora di salvataggio per non sprofondare nel caos quotidiano, ma anzi sublimarlo. Proprio come accade nelle architetture sospese dei lightbox di Jasmine Bertusi, dove interi palazzi e monumenti sono estrapolati dal loro contesto metropolitano e fatti galleggiare in aria, dandogli tempo una consacrazione epica. I richiami mistici e mitici proseguono negli angeli caduti di Julia Krahn e nei burka bianchi scultorei di Dania Zanotto. In altri casi l’acquisizione di leggerezza può significare la perdita di valore, di un peso metaforico, un deprezzamento, come gli oggetti di Chris Gilmour, perfettamente ricostruiti ma con un materiale povero, il cartone. O come, più complessamente, nei dipinti di Luca Bidoli, in cui l’essere umano galleggia in uno sfondo monocromo mentre la sua testa si trasforma in quella di un animale, formulando così una critica all’antropocentrismo ricollocando l’essere umano nella catena alimentare.
Artisti invitati
Carolina Antich, Nicola Aramu, Alex Bellan, Jasmine Bertusi, Luca Bidoli, Alessio Bogani, Silvia Camporesi, Chris Gilmour, Giuseppe Gonella, Agnese Guido, Julia Krahn, Francesco Merletti, Margherita Morgantin, Dania Zanotto.