E domenica finalmente la neve è caduta su Bologna, silenziosa e padrona del mondo ha coperto i soliti chiacchiericci su chi ha venduto e chi no, sulla crisi economica, sui vip e sui presunti tali. Già perchè Artefiera ancora una volta ha ritrovato se stessa riconfermandosi come grande evento che attira ogni anno un sempre più grande bacino di pubblico riuscendo a catalizzare l’intera attenzione della scena artistica italiana. La crisi ha forse spinto i dealers ad una più consona prudenza, ad un porsi dietro i sacchi di sabbia ma con le armi ben affilate. Di sperimentazioni e di cose molto più pacate se ne son viste, in un preciso bilanciamento che non ha mai superato la misura ed ha contribuito ad acuire il successo dell’evento. Vorrei qui di seguito elencare in ordine sparso le offerte gallerie nazionali che più hanno colpito la mia immaginazione, scusandomi se qualcuno è rimasto fuori da questa personalissima lista che non ha il piglio della critica ragionata ma si riallaccia alla libertà propria del pensiero creativo.
Ben pesato e ben pensato lo spazio della Galleria Continua, Loris Cecchini su tutti ma di ottime proposte, da Michelangelo Pistoletto, Hans Op de Beeck e Shilpa Gupta, la galleria di San Gimignano ne ha sfoggiate parecchie. Monumentale sino a sfiorare la bellezza di una mostra museale lo spazio di Lorcan O’Neill di Roma che con l’installazione di Richard Long ha ampiamente rimborsato a tutti il prezzo del biglietto, sugli scudi anche Pietro Ruffo e la prezzemolina Tracey Emin.
Veramente d’effetto l’installazione di Daniel Glaser e Magdalena Kunz alla Gagliardi Art System di Torino, un pizzico di ironia ed originalità non guasta mai. Lo Studio D’arte Cannaviello di Milano ci ha invece offerto un Umberto Chiodi in ottima forma che ha occupato un’intera parete con una magnifica installazione non priva di una simbologia misteriosa ed inquietante. Grande Michael Johansson, ospitato da The Flat – Massimo Carasi di Milano, le originali accumulazioni dell’artista che già avevamo avuto modo di ammirare qualche tempo fa per la sua serie di fantasiosi kit di montaggio hanno veramente spaesato le nostre percezioni.
Un’aura di arcana sacralità ha invece pervaso lo stand di Changing Role di Napoli grazie all’installazione di Lamberto Teotino contrapposta alla scultura di Kevin Francis Gray, la galleria ha però offerto altri spunti decisamente brillanti come una nuova serie di dipinti di Angelo Bellobono e quattro ottime opere di Matteo Sanna. Noire Contemporary Art di Torino ha portato in fiera i suoi pezzi da novanta, tra Masbedo, Shirin Neshat e AES+F c’era veramente l’imbarazzo della scelta.
Ottima prova anche per PaciArte di Brescia che ha lasciato spazio alle fiabesche ambientazioni di Sandy Skoglund. Sopra le righe anche Lia Rumma di Milano, Thomas Ruff prima (porno) maniera coglie sempre nel centro ma tra Marina Abramovic, Vanessa Beecroft, William Kentridge e Joseph Kosuth, sfidiamo chiunque a non togliersi il cappello.
Bellissimo lo stand di The Gallery Apart di Roma che ha lasciato ampie praterie ad una meravigliosa serie avanguardista di Luana Perilli. Una conferma invece Andrea Aquilanti che sovrappone visioni tangibili ed intangibili. Ambedue gli artisti hanno riorganizzato la visione e la percezione degli oggetti. Z2o – Sara Zanin di Roma ha decisamente soddisfatto le nostre aspettative con le accumulazioni di Kaarina Kaikkonen, la pittura di Mauro De Silvestre e l’agguerrita ironia di Gaia Scaramella. Grande prova anche per la giovane 1/9 Unosunove di Roma che oltre all’affascinante mistero dell’installazione di Carla Mattii ha offerto anche la vitale e materica pittura di Allison Schulnik.
Adalberto Abbate, Loredana Longo, Francesco Simeti e Joanne Robertson hanno invece alzato le quotazioni della galleria Pantaleone di Palermo. Ci è piaciuta anche la Notgallery di Napoli, frizzante ma con gusto grazie alla scoppiettante carica di Iabo, che ha dato a tutti l’opportunità di accaparrarsi un giga di memoria ed alla bravissima Nordine Sajot. Concludendo, tra le giovani gallerie ottima prova anche per Jarach Gallery di Venezia e Federica Schiavo di Roma.
Micol Di Veroli
Arthur 1 Febbraio 2010 il 19:11
ma che articolo è? solo nomi citati senza spiegazioni. Ha il tono di una grande marchetta…
Bah.
Micol Di Veroli 1 Febbraio 2010 il 19:58
E’ impossibile dilungarsi ad esprimere giudizi su tutte le opere che mi son piaciute, l’articolo, come già citato nel testo non è una recensione ma un semplice diario di bordo molto personale, se vuoi approfondire o aggiungere altro puoi liberamente farlo su queste pagine. Se fosse stata una marchetta come scrivi allora avrei citato moltissime altre gallerie di spicco che potrebbero far molto gola a curatori come me.
Mauro 1 Febbraio 2010 il 21:32
Concordo con Arthur, articoli del genere servono solo a chi li scrive. Non ha nulla di giornalistico.
Micol Di Veroli 1 Febbraio 2010 il 23:31
Bene Mauro, il “giornalistico” lo lasciamo ai giornaletti e le marchette alle donnine allegre. Qui si parla di passioni libere e non conformi, se questo urta la sensibilità di qualcuno ce ne scusiamo ma non per questo ci asterremo dal fare e scrivere quello che più sentiamo. Personalmente, tanto per fare un esempio, ammiro da diversi anni il lavoro di Michael Johansson (non conoscendolo personalmente) e trovare le sue opere in fiera (tra l’altro vendute) mi ha fatto piacere, penso che ognuno di noi abbia i suoi artisti preferiti ma qui ci limitiamo alle passioni, le lodi sperticate a questa o quella galleria o artista sono cose che non ci interessano. Come già detto questo spazio è libero, chiunque può offrire la sua personale visione della fiera ed aggiungere ciò che è stato omesso. Noi siamo stanchi di parlare sempre male del mercato e della scena artistica italiana, siamo consci del fatto che le critiche negative forniscono più pubblicità di quelle positive, per questo il presente diario che non serve a niente (ed a nessuno) se non ad offrire spunti che poi ognuno di voi può approfondire, sottolinea solo le cose che più ci hanno colpito. Inutile fare lunghe esegesi delle opere, chi era in fiera le ha viste e sa di cosa parliamo (ovviamente può anche dissentire) chi non c’era può informarsi o può liberamente infischiarsene, a noi va bene lo stesso. Il “giornalistico” od il “giornalettistico” non ci interessano a noi interessa il giornalismo puro ed il confronto come questo appunto. Grazie di cuore e tornate a trovarci.