Dal 30 Gennaio al 2 Febbraio, nell’ambito di AltaRoma AltaModa, FASHION ON PAPER torna a Roma, al Tempio di Adriano, con una seconda edizione ancora più ricca e coinvolgente. Il Festival chiama a raccolta una scelta di riviste di moda e arte della scena nazionale e internazionale, che si distinguono per forza espressiva, capacità di indagine nei contenuti crossover, velocità nel captare le tendenze. DROME magazine, nuovamente fra questi, sarà presente con il numero in corso: DROME 16 – outlaw/fuorilegge.
Le riviste non solo accoglieranno i visitatori nei propri spazi ma, alcune di loro, proporranno anche degli eventi: talk, installazioni, dj set e performance live. E’ questo il caso di DROME che, con PHLEGMATICS, presenta un straordinaria perfomance site specific di Christian Rainer, artista visivo e musicista tra i più apprezzati della sua generazione. IN DREAMS – A TRIBUTE TO THE ODD 50’S, questo il titolo del lavoro, avrà luogo Martedì 2 Febbraio alle 20.15. IN DREAMS sarà una rappresentazione canora e stilistica, dalle forti suggestioni psychobilly, che immergerà gli spettatori nei favolosi anni ’50: una dimensione perduta, fatta di caratteristici look e acconciature, di canzoni d’amore e perdizione, come si potevano ritrovare in certi locali fumosi dell’epoca. Ad essere evocata sarà proprio l’atmosfera ‘outlaw’ di quegli anni, vissuti all’insegna di auto fiammanti, juke-box, capelli impomatati, …l’adrenalina di una nuova era di costume ed economica e, allo stesso tempo, un momento di eccessi e di corse a tutta velocità dentro tunnel senza uscita. Anche quel decennio ha il suo lato oscuro, per certi versi il più affascinante ed intrigante, rappresentato da quei “ribelli senza causa” incarnati da un James Dean destinato a diventarne icona.
E poi la musica: da collegio, da radio ascoltata in casa, da autoradio in parcheggi bui con vista sulla città, sensuale e strumento di sfida sociale. E’ proprio nella musica, infatti, che ritroviamo le frange più torbide di questo sentire, nel rock‘n’roll che attraversava in lungo ed in largo ogni status, dalle sue accezioni love-ballad e doo-wop per adolescenti alla prima esperienza, alle versioni country, per rivendicare un’appartenenza territoriale, sino alle sue varianti più malsane, quelle che hanno originato il così detto psychobilly, da Elvis sino ai recenti Cramps, che ne hanno esasperato la convulsiva e trasgressiva bellezza.
Bill Haley, Bob Diddley, Chuck Berry, Jerry Lee Lewis, Platters e molti altri hanno caratterizzato non solo un suono, ma un vero e proprio immaginario, i cui aspetti più vertiginosi e psicotici sono stati magistralmente trasposti nel cinema da David Lynch. La performance proporrà dunque un repertorio classico e rappresentativo dell’epoca, cantato dal vivo ma con le basi, per sottolineare ulteriormente l’idea della messa in scena, della teatralità ai limiti del kitsch, con cui si vuole rievocare un tempo andato che, però, continua a nutrire il presente e le sue forme estetiche di ineffabili suggestioni.