Si è da poco conclusa la prima edizione di ALAC, Art Los Angeles Contemporary, nuovissima fiera dell’arte contemporanea che ha occupato 50.000 metri quadri di superficie espositiva del Pacific Design Center, ospitando 55 gallerie d’arte locali ed internazionali. La fiera ha girato a pieno regime collezionando un record di presenze stimato in 9.000 visitatori e collezionisti provenienti da tutto il mondo.
Ovviamente alcuni vips non si sono lasciati sfuggire quest’occasione ed a zonzo tra gli stand sono apparsi Anthony Kiedis, leader della celebre band Red Hot Chili Peppers, Drew Barrymore e Neil Patrick Harris. Anche le vendite sembrano essere andate piuttosto bene, come ha confermato Michael Briggs, direttore della galleria di los angeles Patrick Painter: “Esistono ancora seri collezionisti d’arte e comprano opere decisamente importanti”. Michelle Pobar, direttore della galleria Honor Fraser ha confermato la tesi di Briggs, aggiungendo: “Le opere che vendono di più si aggirano tra i 10.000 ed i 30.000 dollari, mi sembra che i collezionisti stiano reagendo positivamente a queste cifre”. Ovviamente le gallerie tengono le bocche cucite sui loro profitti in fiera ma è certo che alcuni artisti come Sage Vaughn (ritratto nella nostra foto assieme ad Anthony Kiedis) della galleria Kim Light, Erin Shireff della galleria Lisa Cooley e Kerry Tribe, Pae White e John Reynolds della galleria 1301 PE sono riusciti a finalizzare alcune vendite. Secondo Tim Fleming, direttore della fiera, la galleria 1301 PE è riuscita a totalizzare oltre 100.000 dollari di fatturato.
Anche due gallerie di New York come la I-20 e la The Company hanno venduto alcune opere, in specifico la I-20 ha venduto due video engines di Peter Sarkisian che si aggiravano attorno ai 100.000 dollari l’uno. Certo queste cifre totalizzate da una fiera ancora ai primi vagiti fanno davvero riflettere sui guadagni raggiunti dalle gallerie presenti alle fiere d’arte italiane. Non sarebbe peccato avere più informazioni in merito alle vendite totali delle manifestazioni fieristiche nostrane. Questo tipo di informazioni risulterebbero utili per comprendere, oltre alle presenza in fiera, quali manifestazioni siano più vantaggiose per le gallerie d’arte. Ma ovviamente ciò è pura utopia.