Sono passati 35 anni da quando il termine New Topographics (Nuova Topografia) fu coniato da William Jenkins, curatore dell’omonima mostra di fotografia paesaggistica tenutasi alla George Eastman House di Rochester a New York. Lo show ospitava 168 fotografie che riproducevano strade cittadine, centri abitati e siti industriali. Prese tutte insieme quelle immagini sembravano essere il prodotto di un’estetica della banalità ed infatti la mostra non piacque a nessuno.
Jenkins aveva però identificato nel lavoro di fotografi come Frank Gohlke, Robert Adams, Stephen Shore e Nicholas Nixon, una nuova tendenza mirata a creare una visione del paesaggio urbanistico dell’America degli anni ’70. Le loro immagini perfette e stampate in maniera impeccabile offrivano un’affascinante topografia del mondo suburbano che li circondava, in perfetta contrapposizione con la tradizione della fotografia del paesaggio che ritraeva rigorosamente elementi naturali. La mostra New Topographics nel 1975 sancì l’entrata del soggetto apparentemente banale all’interno del mondo della fotografia. Guardando indietro è facile comprendere come quelle immagini di paesaggi alterati dalla presenza umana siano in realtà la testimonianza dell’inizio del nostro universo globalizzato. Quelle foto rappresentano una dichiarazione politica, la chiara oggettivazione di una sensazione di malessere verso uno sviluppo industriale colpevole di aver fagocitato il paesaggio naturale.
La opere presenti nella mostra sono oggi collezionate in un bellissimo ed austero libro dallo stesso titolo edito dalla casa editrice Steidl. All’interno le opere suscitano gli stessi sentimenti di un tempo, fascino e banalità si accavallano su di una linea visiva estremamente contemporanea. Per raccontare un aneddoto, 35 anni fa, nel giorno del vernissage della mostra un uomo riconobbe il suo camion all’interno di una fotografia di Robert Adams ed esclamò: “In un primo momento le foto sembrano non comunicare nulla ma quando le guardi ti accorgi che le cose stanno così, la realtà e questa, nuda e cruda. Questo è veramente interessante“. Ed anche noi lo pensiamo.